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Pescara, 24/11/2024
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Data: 27/08/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tasse, aliquote al massimo a Pescara «per rilanciare lo sviluppo». Stangata su Imu e Tasi e l’addizionale Irpef sale allo 0,8 per cento

Imu al 10,6 per mille, cioè al massimo, per ogni tipologia di immobile che non sia prima casa. Tasi al 2,5 per mille per coprire il costo dei servizi, ma a settembre il consiglio comunale potrebbe alzare l’aliquota fino al 3,3 se questo servirà per concedere alcune agevolazioni. Addizionale comunale Irpef che sale dallo 0,49 allo 0,8 per cento (e così cade l’ultimo baluardo) che sarà applicata per tutto l’anno e dunque con il conguaglio di dicembre sarà una batosta. Ancora da definire nel dettaglio, invece, le aliquote della Tari, la tassa sui rifiuti, ma anche su questo fronte è vietato farsi illusioni: sarà una stangata.
«Sono numeri che non ci piacciono per niente ma non potevamo fare finta di niente a fronte di una situazione tanto drammatica, del resto lo sapevamo: io stesso a marzo avevo denunciato che avremmo trovato terra bruciata» ha dichiarato il sindaco Marco Alessandrini, illustrando la manovra da lacrime e sangue sulla Iuc e sul bilancio. Il suo tono, ieri mattina, era quello di chi recita un atto di dolore. «Non si poteva fare diversamente alla luce del disavanzo di 4,6 milioni nei conti di palazzo» gli ha fatto eco l’assessore alle finanze Bruna Sammassimo, che ha trascorso il mese di agosto con la testa sui libri contabili del Comune e che in conferenza stampa non ha esitato a definire «allegra» la gestione di chi l’ha preceduta.
Fatto sta che ieri mattina l’illustrazione del piano per la tassazione è stata peggio che una doccia gelata per i contribuenti. L’unica consolazione, se così si può dire, è che dovrebbero arrivare risorse adeguate per rilanciare lo sviluppo di Pescara in modo da realizzare quanto Alessandrini ha promesso. Sempre che l’evasione non faccia saltare le previsioni che potrebbero rivelarsi troppo ottimistiche, come insegna il mancato versamento della Tares 2013 per circa sette milioni.
«Il lavoro condotto nel mese di agosto ha fatto emergere due aspetti - ha spiegato l’assessore Sammassimo -: un incremento nella spesa per oltre 4 milioni derivante da partite obbligatorie che nel 2013 erano state rinviate e una diminuzione delle entrate rispetto al previsto per oltre 5 milioni di euro. La somma di maggiori spese e minori entrate ha portato a un saldo negativo di 7 milioni». Da qui la scelta di tagliare ogni spesa laddove fosse possibile e ritoccare aliquote per coprire il necessario.
A gravare sulla manovra, secondo sindaco e assessore, è stata anche «la tardiva approvazione del consuntivo: «Abbiamo provveduto noi a farlo il 2 agosto scorso, per la prima volta sul rendiconto ha pesato il parere negativo del collegio dei revisori dei conti, alla luce del disavanzo negativo» ha detto Alessandrini. Evidenziato anche il problema dei residui attivi presso terzi, il cui ammontare è di 155 milioni e che secondo la Soget sarebbero in parte inesigibili. Su questo tema, tuttavia, c’è stata di recente una frenata del dirigente Guido Dezio, che ha invitato il governo cittadino di centrosinistra a non essere troppo pessimista. Ad accendere lo scontro politico tra la nuova maggioranza e la vecchia oggi all’opposizione, stando alle dichiarazioni di Alessandrini e Sammassimo, sarebbe «l’utilizzo costante di somme vincolate per pagare spese correnti nella misura di 16 milioni» come pure «i 25 milioni sfruttati grazie ad anticipazioni di tesoreria per i quali dovremo pagare fior di interessi, visto che gli istituti di credito non fanno beneficenza».

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