PESCARA Tassa sulla prima casa al 2,5 per mille, aumento per la seconda casa dal 10,25 al 10,60, e poi ritocco della tassa sui rifiuti per le utenze domestiche, infine il balzo dell'Irpef comunale dallo 0,49 allo 0,80%. Sono i numeri crudi della "manovra" che l'Amministrazione di centrosinistra prepara per l'autunno quando, a metà ottobre, i cittadini dovranno pagare la prima rata della Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili. I primi tre provvedimenti, nell'ordine in cui li abbiamo elencati, sono stati approvati ieri in Giunta, il quarto ovvero l'Irpef comunale è rimasto fuori dalla delibera, ma presto verrà inglobato nel pacchetto. Ma guai a parlare di stangata, termine che il presidente della commissione Giuseppe Bruno rigetta «perché è falso - spiega - mentre si tratta di lievi aumenti e comunque fisiologici». Sarà, ma la fisiologia delle tasse può anche ammazzare un contribuente... «Adesso, però, non esageriamo - aggiunge il consigliere dei Liberali - Il 2,5 per mille sulla prima casa non è farina del nostro sacco, ma del governo centrale che ce lo ha chiesto». Sarà vero anche questo, ma è pur vero, come afferma l'ex sindaco Luigi Albore Mascia che «l'Amministrazione ha facoltà di applicare oppure non applicare l'aliquota, il centrosinistra a Pescara ha usato la discrezionalità per applicarla». Un modo come un altro, quello di Mascia, per preparare il terreno alla riapertura delle ostilità in Consiglio comunale quando i regolamenti delle tasse, e i relativi aumenti, dovranno passare al vaglio dell'aula. Quanto alla Tari, la nuova tassa sui rifiuti, lo stesso Bruno rivela che quest'anno ci sarà un prelievo più equilibrato: «Nel 2013 la ripartizione prevedeva il 52% sulle utenze domestiche e il 48% su quelle non domestiche che avevano subito gli aumenti più pesanti, fino al 300%. Quest'anno, invece, il 60% riguarderà le utenze domestiche, che sono la stragrande maggioranza, e il 40% quelle non domestiche. Un cambio di rotta che avrà come conseguenza per le famiglie un piccolo ritocco dai 5 ai 10 euro l'anno, ma permetterà nel contempo di diminuire del 30% la tassa sui titolari di bar, ristoranti, pizzerie, stabilimenti balneari che l'anno scorso scorso sono stati i più penalizzati». La novità sostanziale, come accennato, riguarda l'Irpef comunale sul cui aumento la maggioranza si è divisa e continuerà a battagliare al suo interno, ma con scarse possibilità di fare marcia indietro. Lo stesso Bruno dice di essere «fortemente contrario a questa tassa - sottolinea - perché colpisce il lavoro di chi risiede in città. La voterò obtorto collo solo perché nel bilancio 2014 mancano 4 milioni di euro sugli 11 previsti, causa dei mancati introiti del Comune dalla vertenza Caldora (700mila euro), dalla Soget (200mila) e 4,2 milioni di disavanzo. Ma questo deve avvenire a patto che l'Irpef comunale torni all'antico nel bilancio 2015». In chiusura, Giuseppe Bruno, allo scopo di non toccare anche le tariffe a domanda individuale (mense scolastiche, impianti sportivi), lancia una proposta alla Giunta: «Visto che c'è una grossa sacca di evasione delle famiglie per le mense scolastiche, ripristiniamo i ticket, così ognuno consuma ciò che paga».