La Tari costerà meno della precedente imposta perché sono calati i costi per i rifiuti, ma c’è la nuova tassa per i servizi
TERAMO Tasi ammorbidita da esenzioni e sconti e Tari in calo più per le imprese che per le famiglie. E’ questa la ricetta messa in campo dal Comune che ritine in tal modo di evitare la mazzata fiscale. Il pacchetto delle nuove e vecchie tasse locali confluisce nella Iuc, che di fatto accorpa la quota dell’ Imu ancora in vigore, la Tari che rimpiazza la Tia per raccolta e smaltimento dei rifiuti e l’appena nata Tasi, dedicata ai cosiddetti servizi indivisibili come illuminazione pubblica e manutenzioni stradali. Il regolamento dellaIuc approderà venerdì in consiglio per il varo definitivo, ma il sindaco Maurizio Brucchi, affiancato dall’assessore alle finanze Eva Guardiani e dai colleghi di giunta Piero Romanelli e Mirella Marchese ne anticipano i contenuti essenziali. IL CONTO TARI. Un primo dato rilevante riguarda il piano economico e finanziario presentato dalla Team per la gestione del “porta a porta” nel 2014. Sul conto della spesa sostenuta per il servizio, infatti, si calcola la tariffa pagata da famiglie e imprese. La Team ha consegnato all’amministrazione un elenco dei costi per 12,3 milioni di euroi. Da questi, però, il Comune ha scomputato 300mila euro di un premio ottenuto dall’amministrazione per la raccolta differenziata più altri 500mila euro afferenti a voci diverse, per cui l’importo definitivo è sceso a 11,5 milioni di euro. LE TARIFFE TARI. L’abbassamento del costo totale indicato dalla Team si rifletterà sulle bollette. «Le aziende pagheranno tra il 13 e il 15% in meno», annuncia il sindaco, «mentre la riduzione a vantaggio delle famiglie oscillerà tra il 3 e il 5%». Con questa impostazione la giunta intende accolta la sollecitazione degli imprenditori a ridurre il carico fiscale sulle loro attività e centrato l’obiettivo di favorire il rilancio dell’economia di cui beneficeranno anche le famiglie. Tra le novità ci sono, inoltre, un coefficiente di calcolo dell’imposta più basso per gli ortofrutta, mentre ospedali, banche e caserme avranno un indice di riferimento più alto dell’anno scorso. LE SCADENZE TARI. A settembre scadrà il pagamento della seconda rata della Tari che ammonta al 35% del totale e si somma al pari importo versato a giugno. Entro dicembre bisognerà pagare il restante 30%. Per le aziende in difficoltà e che sono in ritardo con i versamenti il Comune ha previsto una suddivisione degli importi da quattro a 36 rate applicabili proporzionalmente a esborsi compresi tra 150 e oltre 30mila euro. Dall’anno prossimo, comunque, le scadenze di pagamento della Tari diventeranno quattro: 28 febbraio, 30 aprile, 30 giugno e ottobre. «Abbiamo aggiunto una quarta rata», sottolinea Eva Guardiani, «proprio per diluire ulteriormente il carico». L’IMPATTO DELLA TASI. Un costo in più per i cittadini, da saldare entro metà dicembre, è rappresentato invece dalla Tasi. L’aliquota è del 3,3 per mille della rendita catastale dell’immobile e si compone di due parti: il 2,5 di quota base e l’addizionale dello 0,8 che il governo ha previsto come facoltativa. «L’applicazione di questa ulteriore parte», tiene a specificare il sindaco, «ci ha permesso di ampliare le detrazione e gli sgravi a favore delle categorie più deboli». LE ESENZIONI. Nell’intento di spalmare con equità la nuova tassa sui contribuenti è stata introdotta anche la variabile di calcolo legata al reddito Isee. Per questo le famiglie che hanno un reddito complessivo inferiore a 7.500 euro annui e un’abitazione principale il cui valore non supera la rendita di 650 euro non dovranno pagare nulla. Negli altri casi la quota varia a seconda di come si combinano i due parametri di riferimento. L’AGGANCIO ALL’IMU. La Tasi è strettamente legata all’Imu: la somma delle due imposte non può superare il 10,6 per mille. Per cui i titolari di abitazioni principali, ai quali non si applica l’imposta sugli immobili, verseranno la quota del 3,3 per mille decurtata delle detrazioni previsti. «Le tariffe Tasi per le cosiddette prime case», osserva Eva Guardiani, «saranno più basse rispetto all’ultimo anno di pagamento dell’Imu». L’amministrazione, inoltre, ha fissato una serie di ulteriori sconti ed esenzioni che riguardano ad esempio le case dei residenti all’estero, i capannoni, le strutture improduttive, i fabbricati d’interesse storico e gli appartamenti affittati a canone concordato o concessi in comodato gratuito ai figli.