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Data: 03/09/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Partecipate abruzzesi, dopo Cottarelli arriva D’Alfonso: «stop ai sultani». Apertura verso l’esterno con la divulgazione di tutti i dati utili (La Direttiva agli Enti partecipati)

ABRUZZO. Dopo il commissario Carlo Cottarelli arriva anche il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso a mettere in riga le società partecipate.
Tempi dure per le società pubbliche che dopo il dossier dell’incaricato del premier Matteo Renzi (e dal quale mancano molte società che si sono rifiutate di consegnare i bilanci) cominciano ad immaginare un futuro a tinte fosche. Se di fosco al momento si intravedono solo buchi di bilancio e problemi strutturali, tra pochi mesi potrebbe partire una vera e propria rivoluzione per le sopravvissute, ovvero quelle che resisteranno ai tagli.
La lista delle bocciate abruzzesi è lunga così come la lista di quelle che, in barba alla trasparenza, non hanno mostrato i bilanci del 2012.

E già qui si pone il primo problema: come è possibile che società che gestiscono soldi pubblici si rifiutino di essere controllate o di dare le carte al ministero? Come è possibile che questo non configuri un abuso che faccia saltare sulla sedie i controllori e magari induca qualche procura a vederci chiaro?

E' inoltre provato come in passato sia mancata la filiera dei controlli di gestione, se per "controlli" si intendono quelli veri e reali.
Se da Roma le indicazioni sono chiare (tagliarne 2 mila in tutta Italia, già entro la fine del 2014), da L’Aquila anche D’Alfonso lancia un suo messaggio preciso: controllo, trasparenza e fattività.

Lo ha scritto questa mattina in una direttiva inviata ai direttori della giunta, agli assessori e ai consiglieri: «mai più le società della Regione potranno avere la sembianza di “Sangiaccati” con a capo “sultani titolari di arbitrio e nascondimento”, con una grande vocazione a realizzare spese e servigi fuori da ogni controllo e conoscenza dell’Ente Regione, che ricompare all’abbisogna e viene resa destinataria di preghiera accorata solo quando deve riassumere le funzioni di un “Pantalone paga tutto”».
La critica è aspra e la strada segnata. Insomma, si cambia musica e D’Alfonso pretende un «segno completamente opposto».
Con la direttiva firmata questa mattina il governatore spiega che il delegato del Presidente dovrà partecipare «inderogabilmente» alle sedute assembleari degli Enti e società, insieme al direttore degli Affari Legali, al direttore del Settore Finanziario e al direttore del settore prevalentemente di riferimento.
«L’atto di delega non deve essere un foglio bianco di carta intestata», mette in guardia D’Alfonso, «ma deve essere un preciso orientamento nutrito dalla conoscenza tematica aggiornata dell’Ente “strumentale”, disposto proprio per l’assemblea convocata, in maniera che la presenza della Regione non sia né passiva, né di arredamento, né di irresponsabile estraneità». Insomma, nessuna improvvisazione ma un Ente che fa, produce, controlla, verifica.
Il Governatore ha deciso inoltre che ogni società dovrà individuare una figura “ad hoc” che renda disponibile -e quotidianamente aggiornato-, in cartaceo e digitale, «un prodotto conoscitivo che denominiamo per comodità “curriculum vitae dell’Ente o società”». Ci si apre dunque all’esterno con una operazione trasparenza, spesso muro invalicabile per chi vuole conoscere la realtà delle partecipate.
Dentro al documento dovranno figurare i dati sul deficit annuale, debito consolidato, contenzioso, («comprendendo anche le situazioni potenziali»), dipendenti, consistenza patrimoniale immobiliare, iniziative progettuali in corso, punti di forza e significative criticità, che descrivano la esatta condizione di vita e di operatività dell’Ente.

Il documento, avverte il presidente, dovrà essere «estremamente leggibile, per consentire a chiunque, utente, amministratore locale, consumatore, portatore di interessi, di capire, sapere e seguire».
Diventa dunque difficile, con questa descrizione, ipotizzare accessi agli atti che non vanno a buon fine.
Al termine di ogni Assemblea dei soci, il delegato della Regione dovrà relazionare formalmente al presidente della Regione, con apposito elaborato «sottoscritto dal medesimo e dai tre referenti di vertice dell’apparato amministrativo mobilitati allo scopo».
Il presidente, nella prima seduta utile della Giunta, riferisce all’organo collegiale esecutivo, dandone rilievo con apposito atto deliberativo per rendere certa la consapevolezza della Regione e costituire fondamentale precedente documentale.
Chi intende candidarsi quale amministratore delle società regionali dovrà invece presentare non solo un curriculum vitae, ma anche «una piattaforma programmatica di gestione e rilancio». Su quest’ultimo punto «seguirà apposito quadro normativo, che presto definiremo e dirameremo», annuncia D’Alfonso.

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