ROMA Il piano per ridurre le società controllate è posticipato ma sembra ancora un obiettivo importante. Di più, sarebbe opportuno non perdere altro tempo per efficientare la macchina pubblica. Mediobanca Securities, braccio londinese dell’intermediazione azionaria, approva il decreto sblocca-Italia varato al governo venerdì scorso, anche se non lesina più di qualche osservazione tagliente. «La sorpresa maggiore è stata le non inclusione nel Decreto delle misure per ridurre il numero di società controllate - si legge nel documento fresco di stampa da parte del team di Antonio Guglielmi -. Il Governo ha indicato che “alcune misure erano pronte mentre altre no, per questo è stato deciso in modo collegiale di accorpare queste decisioni alla Legge di Stabilità”. Crediamo che questo importante tema dovrà essere affrontato con la prossima legge di Stabilità. Ricordiamo che l’ultima bozza includeva: (a) La riduzione delle società controllate dallo Stato a partire dai trasporti e dallo smaltimento rifiuti, con incentivi al consolidamento; (b) La possibilità di usare il ricavato al di fuori del Patto di Stabilità; (c) Il processo di autorizzazione per la quotazione di società di servizi pubblici controllate da autorità locali verrà semplificato: (d) L’autorità di energia Aeegsi può anche essere responsabile della raccolta rifiuti».
I NUMERI
Lo studio (7 pagine), esamina preliminarmente, le singole misure, partendo dai 3,8 miliardi destinati al rilancio delle infrastrutture e le ricadute sui comparti. Cemento e Costruzioni potrebbero avvantaggiarsene a condizione che le risorse pubbliche e private siano disponibili. «Gli investimenti nel segmento non-residenziale pubblico sono previsti raggiungere nel 2014 un valore di circa 22 miliardi, in calo del 5% anno su anno. La maggior parte degli attuali investimenti sono di manutenzione». Secondo il braccio di Mediobanca, la domanda di cemento potrebbe salire di quasi il 7% nel periodo 2015-17, «le nostre attuali assunzioni sono di un flat 2015 e di una crescita del 6% nel 2016». Positivo l’impatto sull’edilizia, «tuttavia i numeri sono più bassi di quanto atteso (abbiamo cominciato da un potenziale di spesa di 30 miliardi e ora dovremmo essere in grado di sbloccare circa un terzo dell'importo iniziale) ma secondo noi il decreto si muove nella giusta direzione». Anche le Autostrade traggono vantaggio dal decreto perchè si semplificano le procedure di approvazione dei piani di investimenti e si estende la durata delle concessioni eventualmente fuse in un’unica concessionaria come contropartita per i nuovi investimenti. Atlantia ne beneficia perchè lo sblocca Italia «include tra i suoi progetti rilevanti l'aeroporto di Fiumicino per un importo di 2,1 miliardi, che è nelle nostre stime il piano di investimenti previsto entro il 2020 come parte del piano di investimenti di 12 miliardi al 2044 concordato con Enac e il governo e incluso nel nuovo accordo di concessione del 2012».