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Pescara, 24/11/2024
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Data: 05/09/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Sfiorata la rissa in consiglio comunale. La maggioranza di centrosinistra va in frantumi, convocato d’urgenza un summit per tentare una ricucitura

L’AQUILA È dovuta intervenire la polizia municipale, appena all’esterno della sala del consiglio comunale, ieri sera, per placare gli animi infiammati dopo una lunga discussione sul regolamento sull’Imposta unica comunale (Iuc) e il piano finanziario dell’Asm (Aquilana società multiservizi). Il numero legale è saltato proprio sul più bello: al termine del voto di tutti i dodici emendamenti proposti dai consiglieri Ettore Di Cesare (Appello per L’Aquila), Antonio Nardantonio (Socialisti) e Angelo Mancini (L’Aquila oggi) e prima di quello sull’ultimo emendamento del sindaco Massimo Cialente, e dello stesso regolamento. Sembra scricchiolare sempre più, dunque, la maggioranza: il primo a lasciare l’aula è stato proprio Cialente, in segno di protesta contro i «suoi», seguito da un folto gruppo della minoranza dopo qualche minuto. Ad accendere la miccia il lasciapassare dell’assemblea su un emendamento a firma del consigliere del gruppo socialista lo stesso Nardantonio. Nelle intenzioni dei consiglieri favorire le nuove attività: «Agli insediamenti di nuove attività produttive a carattere industriale, artigianale e relativi magazzini e depositi, nonché del terziario avanzato, per i primi cinque anni di occupazione», è scritto nel testo, «si applica una riduzione del 50% del pagamento Tari, a condizione che le nuove società o attività artigiane non derivino da trasformazioni sociali di attività preesistenti». Un emendamento non attuabile, perché «illegale» secondo l’assessore al Bilancio Lelio De Santis che nel regolamento aveva già proposto una serie di riduzioni tariffarie, fino a un massimo del 50%, per diverse attività produttive. Il testo, votato non solo dalla minoranza ma anche dal gruppo Socialista della maggioranza (Nardantonio e Padovani), oltre che dal capogruppo di Rifondazione Enrico Perilli, avrebbe, secondo il sindaco, comportato un eccessivo aggravio di spesa insostenibile da parte dell’amministrazione. Questa la miccia che ha fatto saltare dalla sedia e abbandonare il consiglio lo stesso Cialente, che aveva raccomandato alla maggioranza un voto contrario che di fatto non c’è stato. A prendere a cuore la questione Maurizio Capri, capogruppo Pd, in difesa della posizione del primo cittadino. Momenti concitati che hanno portato anche la minoranza a lasciare l’aula per non votare l’intero Regolamento e a un’accesa discussione dentro e fuori dall’aula. Tanto che la polizia municipale ha dovuto dividere fisicamente Capri e Padovani, che aveva votato a favore dell’emendamento di Nardantonio. Alle operazioni di voto sul Regolamento hanno partecipato 15 consiglieri, insufficienti a garantire la validità della seduta che, pertanto, è stata sciolta. Al termine del consiglio, il sindaco, apparso infuriato, ha riunito un vertice di maggioranza per fare il punto della situazione che vede uno schieramento sempre più in difficoltà. Il sindaco ha strigliato le sue truppe facendo appello al «senso di responsabilità». La riunione si è protratta fino a tardi. Il regolamento che stabilirà le tasse per i rifiuti (Tari) e i servizi indivisibili (Tasi) tornerà in aula lunedì, in seconda convocazione.

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