PESCARA Nelle scuole insegnano che la matematica non è un’opinione. Ma quando c’è di mezzo la politica, che per di più si occupa di tasse, anche una scienza esatta come quella dei numeri viene risucchiata dalla relatività. Sulla manovra del Comune di Pescara, che è una stangata senza troppi eufemismi, si è innestata una polemica al calor bianco. Il M5S è furioso, il centrodestra torna all’attacco a testa bassa della Giunta Alessandrini, il sindaco rivolge una lettera aperta ai pescaresi per giustificare una scelta che il centrosinistra ritiene obbligata dalla situazione contabile. Situazione che l’ex maggioranza ritiene affatto diversa da quanto e come illustrato dall’attuale guida del Municipio. L’approvazione delle nuove aliquote, che porteranno a un introito di circa 16,5 milioni di euro nelle casse comunali viene osteggiato da Forza Italia, Ncd e Pescara futura. In una conferenza stampa congiunta è stata ritenuto «grave l'atteggiamento della giunta - così il capogruppo azzurro Marcello Antonelli - perché noi abbiamo formulato una proposta non demagogica sui tagli da attuare (si poteva arrivare a tre milioni e mezzo di taglio delle spese) e ci siamo seduti al tavolo con l'esecutivo, ma loro hanno risposto che al massimo i tagli potevano arrivare a 200mila euro. Il che vuol dire che c'era una mancanza di volontà ad attuarli. Ma la questione non è chiusa, perché c'è ancora il regolamento senza il quale quelle tariffe non sono applicabili».
Il sindaco Marco Alessandrini nella lettera alla cittadinanza ha sottolineato: «Sapevamo che sarebbe stata la scelta più impopolare di tutte sin dalla campagna elettorale. Da allora speravamo che, con i conti alla mano, quando sarebbe arrivato il momento, avremmo potuto provare ad evitarla. In questi mesi ci abbiamo provato, girando e rigirando cifre che lasciavano poco spazio a manovre e tentativi. Ora davanti abbiamo solo l’orizzonte di lavorare per migliorare le cose, con l’impegno di alleggerire la pressione imposta oggi nel prossimo bilancio, per il 2015. Al nostro arrivo abbiamo trovato un bilancio pieno di vuoti, sotto la lente di Corte dei conti e revisori e provato da tante spese rinviate e da altre volute a tutti i costi, fatte senza avere la capacità di affrontarle e imposte senza considerare le ricadute anche sociali che avrebbero avuto. In cassa - rimarca -, una voragine di circa 20 milioni, documentata dalla Tesoreria dell’Ente, dove entro l’anno dovranno essere reintegrati 30 milioni».
Il centrodestra se la prende anche con il presidente del Consiglio Antonio Blasioli. Per il capogruppo di Pescara futura, Carlo Masci. Blasioli «si è messo la maglia del Pd e ha seguito le indicazioni del partito. È stata un’operazione antidemocratica e antiostorica della maggioranza che non vive la realtà dei cittadini. Siamo passati in una notte dall'essere la città meno tassata alla città più tassata. L'unico interesse che hanno è fare cassa per spendere i soldi». Enrica Sabatini (M5S) ha messo in guardia dal rischio di uno sciopero fiscale. Ncd, attraverso Guerino Testa, ha parlato di «una giunta sorda e cieca di fronte agli appelli delle forze sociali, considerato che la razionalizzazione delle spese e la rimodulazione delle aliquote chieste anche dai sindacati risultano "non pervenute". Su molte cose la giunta si è trovata perfettamente d'accordo al suo interno, e spiace registrare il silenzio di consiglieri come Padovano, o l'allontanamento dall'aula di Pignoli, così come dispiace che i giovani presenti in maggioranza siano rimasti silenti e non abbiano avuto neppure un minimo di sussulto». E sempre su presunti dissensi dalla maggioranza, la Lista Teodoro, spalleggiata dal capogruppo del Pd Marco Presutti, ha precisato di rinnovare «il convinto sostegno all'Amministrazione Alessandrini che si trova a dover fronte a una vera e propria condizione di predissesto del Comune, causata dalla giunta Mascia che è la sola responsabile della gravissima situazione che purtroppo pesa su tutta la città». Il centrodestra insiste sui temi della «folle stangata» e dell’«impostazione iniqua per la Tasi, considerato che non ci sono detrazioni per cui le rendite maggiori pagheranno meno, mentre per l'Irfep ci sara' un aumento per tutti (l'esenzione è fino a 15mila euro) e per l'Imu relativa ai comodati d'uso l'aumento sarà indiscriminato così come per gli immobili strumentali».