ROMA «E’ il mercato bellezza». E la nuova Alitalia, targata Etihad, si adegua. Dal primo ottobre taglierà i voli con Alghero, Bari, Catania, Lamezia, Reggio Calabria e Catania. Cioè Sud e isole. «Sono rotte economicamente poco sostenibili. E nel momento in cui si riducono le dimensioni per aumentare la produttività si tengono quelle che rendono e si eliminano quelle che perdono», spiega la compagnia. Chiaro il concetto? Magari anche ineludibile per le leggi di mercato, ma che di fatto è destinato a penalizzare l’intero Mezzogiorno. Da e per Caselle resteranno soltanto un volo al giorno per Napoli e gli attuali collegamenti con Roma e Tirana. «La cancellazione di questi voli - spiegano i vertici di Sagat, l’azienda che gestisce lo scalo torinese - determinerà il sostanziale azzeramento dei servizi con la Calabria e la drastica riduzione di quelli verso altre località del Sud, solo in minima parte ragliata dai voli di altre compagnie come Ryanair e la spagnola Volotea».
L’allarme è scattato in tutto il Piemonte con prese di posizione forti. Anche perché rimpiazzare Alitalia in tempi brevi, cioè in poco meno di un mese, risulterebbe praticamente impossibile, pure se Ryanair avrebbe già manifestato l’intenzione di creare una propria base nel capoluogo piemontese. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, oggi vedrà l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, e ha convocato un vertice per lunedì con Regione e imprenditori al fine di assumere «sia verso Alitalia che verso altri vettori le iniziative necessarie al mantenimento dei collegamenti con lo scalo torinese». Secondo Fassino quella dell’azienda è «una scelta strategica che però rappresenta un grosso disagio». Il governatore, Sergio Chiamparino, sollecita un’azione comune nei confronti del governo anche se, ricorda, Alitalia non è più a maggioranza pubblica.