La crisi di maggioranza del «parlamentino» aquilano si è risolta, almeno per il momento, nel giro di 24 ore, attraverso un rinnovato atto di fedeltà nei confronti del sindaco Massimo Cialente (nella foto). Ieri i consiglieri di centrosinistra in conclave hanno sottoscritto un documento nel quale si impegnano a fare fronte comune, ad attenersi alle indicazioni dei partiti e del sindaco e a valutare, soprattutto la loro attività in consiglio come un impegno prima etico che politico. Per il presidente del Consiglio Carlo Benedetti il pasticcio in aula sull’emendamento galeotto che ha fatto andare sotto la maggioranza non è stato causato da problemi politici in seno ai partiti, ma piuttosto dalla mancanza di regole.
LA SEDUTA
«Chi viene in Consiglio deve restarvi per tutto il tempo, deve liberarsi dagli impegni di lavoro - ha ribadito Benedetti - . Non è più consentito andare in ordine sparso sulle decisioni. I problemi devono essere riportati negli incontri di maggioranza e non in aula». E così sia, chissà quanto durerà questa tregua con una maggioranza dai numeri sempre più risicati e l’opposizione che non dimentica di fare il proprio mestiere. Anche il sindaco Massimo Cialente sottolinea che «non c’è una crisi di giunta (lasciando intendere che il rimpasto può attendere, ndr) ma piuttosto di metodo e di mancanza di lealtà e rispetto reciproco. E poi basta con le vecchie logiche dei partiti, i poteri forti vanno scardinati. Se non cambiamo passo come si potrà affrontare in aula l’approvazione del Prg?».
LE DIMISSIONI
Il sindaco ha smentito la possibilità di sue eventuali dimissioni prima del 23 novembre («Sarebbe un fallimento del centro sinistra e dei suoi cespugli»). Per Cialente non è possibile continuare a scherzare mentre in città si sta giocando la delicata partita della ricostruzione. «Non si sa se arriveranno i soldi - tuona -. Non ci sono per ricostruire le case popolari». Difficile poi affrontare emergenze come quelle del progetto Case senza ingegneri, di qui la decisione di fare subito un bando.