Rischia di diventare una roulette, peggio, una roulette russa, la ricostruzione aquilana. La nuova legge sull’Aquila non porterà soldi, ma solo norme per la ricostruzione privata, ma intanto nelle disponibilità del Comune sono rimasti solo 93 milioni di euro che saranno esauriti con l’elenco dei buoni contributi di ottobre. Poi rien ne va plus. «Abbiamo bisogno almeno di 200 milioni per arrivare alla fine dell’anno - ha spiegato il sindaco Massimo Cialente - è difficile chiedere di anticipare i 342 milioni di euro delle annualità 2017-18 e 19, fondi residui dall’imposta sui bolli. Inoltre occorre un miliardo per il 2015 solo per L’Aquila». Lo stesso sindaco si rende conto che sarà difficile spuntarla in questo momento di congiuntura economica difficile per l’Italia. L’unica strada da percorrere dunque è sempre la stessa, finora con divieto d’accesso, la possibilità di accendere un mutuo con la cassa depositi e Prestiti. «Bisogna trovare una formula - ha aggiunto il sindaco - coinvolgendo magari la Bce oppure la Bei anche con una rendicontazione rigorosa fatta direttamente all’Europa; scriverò a Mario Draghi perché non è possibile continuare a ignorare la necessità di superare il 3% almeno per i disastri naturali».
LE CONSEGUENZE
Il sindaco e l’assessore di Pietro Di Stefano suonano dunque la carica: «Se somme aggiuntive dovessero arrivare solo con la legge di Stabilità non potrebbero essere disponibili prima di marzo - ha spiegato l’assessore - Ciò significa che da ottobre a marzo non potremmo pubblicare alcun elenco. Sarebbe una tragedia». Poi l’affondo: «Continuo a non capire per quale ragione l’Emilia ha potuto fruire del meccanismo del mutuo e noi no. Spero che il premier Renzi in occasione della sua annunciata visita all’Aquila porti delle soluzioni. Altrimenti che viene a fare?».
L’EUROPA
Il sindaco Cialente pensa ad un piano d’attacco che potrebbe portare fino a Bruxelles. «Martedì saremo a palazzo Chigi per discutere sulla delicata questione del rimborso tasse, ma affronteremo anche il problema dei fondi - ha spiegato il primo cittadino - In base alle risposte del governo valuteremo se sarà il caso di incontrare come prima tappa il capogruppo del Pse, Gianni Pittella e poi vedremo come muoverci in Europa».
Cialente spera che almeno i 200 milioni per completare l'anno più la quota relativa al cratere possano essere sbloccati subito in qualche modo dal Governo magari inserendo le somme nel provvedimento dello «Sblocca cantieri». Insomma nubi sempre più scure si addensano sulla ricostruzione aquilana. Senza soldi il cronoprogramma diventerà carta straccia. Addio asse centrale, addio centro storico.
GLI ESERCENTI
A proposito del centro, in giunta potrebbe arrivare ben presto una delibera che stabilisce una corsia preferenziale per la ristrutturazione di attività produttive nel centro storico e in particolare per gli alberghi.