PESCARA Comincia un'altra settimana calda per l'Amministrazione comunale di centrosinistra: dopo la bufera per l'aumento indiscriminato delle tasse, la Giunta Alessandrini si ripresenta oggi in aula per votare il regolamento delle tasse. Già, perché da queste parti le cose vanno alla rovescia: prima si discute delle tariffe, poi si stabiliscono le regole. Come se, per fare una parafrasi sportiva, prima si giocasse una partita e dopo si definissero le modalità alle quali i contendenti devono attenersi. Il pasticcio di votare prima le aliquote delle tasse e poi il regolamento è figlio della paura che attanagliava il centrosinistra. Se si fosse andati oltre il 10 settembre, l'aliquota della Tasi sarebbe scesa automaticamente all'1 per mille, così invece è stata fissata al 3 mille, cosa che permetterà alla Giunta Alessandrini di recuperare i 10,4 milioni di euro necessari per coprire le risorse economiche che il Governo quest'anno non dà più al Comune. Prima di entrare in aula per discutere del regolamento, il capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli coglie l'occasione per fare le pulci al sindaco, in particolare sulla lettera-comunicato stampa che Alessandrini ha scritto ai pescaresi allo scopo di giustificare, per l'ennesima volta, la stangata fiscale. «Il sindaco Alessandrini ancora una volta dimostra come l'attività da pubblico amministratore lui l'abbia studiata sul Bignami, visti i contenuti della sua lettera alla città sugli aumenti delle tariffe, da un paio di giorni in bella mostra sul sito istituzionale dell'Ente».
La premessa non promette niente di buono per il destinatario, infatti subito dopo il capogruppo di Forza Italia rincara la dose: «Le bugie riportate nella sua lettera ai pescaresi sono davvero insopportabili e tali da costringerci, una volta di più, ad intervenire per correggere le sue dichiarazioni. Lo correggiamo su un bilancio che non è sotto la lente della Corte dei Conti, su spese che non sono state volute a tutti i costi e certamente non sono state fatte senza avere la capacità di affrontarle, su una voragine di circa 20 milioni e sull'obbligo di reintegrarne 30 entro l'anno, sulla spesa corrente tagliata di oltre 4 milioni di euro dalla sua amministrazione, sulle nostre proposte di ulteriori tagli rivelatisi irrealizzabili (già, visto che poi si spendono soldi anche pro consulenti per l'Expò 2015, come noto attività vitale per i pescaresi...)».
Antonelli, in sostanza, accusa Alessandrini di «ignoranza amministrativa» quando afferma che «tutto questo è accaduto per non ammettere quanto da sempre sosteniamo e cioè che il passaggio dalle norme sul bilancio per competenza, operanti fino al 2012, al bilancio per cassa cui il Comune di Pescara ha aderito nella fase di sperimentazione ministeriale, fa emergere le difficoltà che tutti gli enti locali italiani dovranno affrontare nei prossimi anni. Difficoltà che stanno spingendo lo Stato centrale verso provvedimenti tesi a garantire ai Comuni piani di rientro pluriennali dalle posizioni debitorie. Ogni buon amministratore - chiude sarcasticamente - dovrebbe conoscere bene questi aspetti, ma dimenticavamo che Alessandrini ha studiato sul Bignami...».