La revisione e riduzione della spesa pubblica è un processo in tre tappe che parte dalle decisioni, passa per l'implementazione e chiude con i controlli e «che permette il taglio delle tasse». Ma «le decisioni non possono che essere politiche». E se la politica decide di ridurre la spesa di 20 miliardi, «credo sia possibile, ma su una base di una spesa primaria di 700 miliardi che va ben oltre i beni e i servizi». Così Carlo Cottarelli, commissario per la spending review, ha messo i paletti e anche i trampolini di lancio a uno dei capitoli più spinosi, ma potenzialmente più promettenti, della politica fiscale in Italia.
Intervenendo al Workshop Ambrosetti, Cottarelli ha ribadito, come fa da qualche tempo a questa parte in maniera categorica, che le forbici della spending review le tiene in mano la politica: «Le decisioni non possono che essere politiche, i tecnici indicano i riflessi economici dei tagli di spesa». Tuttavia, il commissario - che molti danno ancora uscente - ha colto l'occasione per tracciare un percorso virtuoso della spending review. Si inizia con il decidere cosa tagliare ("per educazione e cultura la spesa non è elevata"). Si passa poi all'implementazione che è cruciale, "prioritaria". Per arrivare ai controlli, che sono essenziali e "che mancano".
Per Cottarelli, manca «l'analisi di qualità»della spesa: «Le amministrazioni locali dovrebbero farlo sempre e invece non lo fanno». L'implementazione è lenta per tre carenze: le scadenze vengono considerate solo "indicative" dai funzionari pubblici ma "questo atteggiamento deve cambiare"; «le leggi e il numero dei decreti attuativi sono troppo numerosi e il processo per la loro approvazione è troppo farraginoso». Eccessivi i ministeri coinvolti contemporaneamente per intervenire sulla stessa materia, un aspetto che rallenta ancora di più i processi «perchè entrano in gioco i poteri feudali dei singoli dicasteri e si formano colli di bottiglia».
In quanto ai controlli, Cottarelli ha tagliato corto: "mancano del tutto". L'esempio è quello degli enti locali che dovrebbero comprare attraverso Consip oppure possono operare in autonomia solo a prezzi inferiori. Ebbene nessuno finora si è preoccupato di far rispettare questa norma, ha rimarcato polemicamente. "Abbiamo inviato delle lettere a campione per controllare e alcuni destinatari sindaci si sono offesi, ma sono solo i controlli che vanno fatti".