PESCARA Meno di due settimane, l’ora giusta per sciogliere i nodi, capire i rapporti di forza per le nuove presidenze delle province. In Abruzzo si vota per Pescara, Teramo e Chieti dove l’uscita di scena degli attuali titolari della carica maggiore è quasi scontata. Le poche chance se le gioca Enrico Di Giuseppantonio, attuale sindaco di Fossacesia, ma con grande attenzione se il vento dovesse spirare contro. Probabilissimo, invece, alla luce dei numeri un en plein del centrosinistra.
QUI PESCARA
A Pescara la situazione è nota: su 47 Comuni della provincia, 16 sono governati dal centrodestra, gli altri dal centrosinistra. Il Pd assapora dunque la possibilità di riprendersi Palazzo dei Marmi. Il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, in realtà un po’ ci spera, mentre il consigliere Sospiri smorza però l'entusiasmo. Morale della favola: Testa non ha alcuna intenzione di rimettersi a correre per la presidenza della Provincia, in gioco sono tanti i sindaci del centrodestra già allo start: Francesco Maragno (Montesilvano), Sandro Marinelli (Pianella), Maria Felicia Maiorano (Cappelle sul Tavo), Maurizio Giancola (Scafa), e altri ancora. Dibattito più che mai aperto anche nel centrosinistra, dove alcuni primi cittadini targati Pd, come Antonio Di Marco (Abbateggio) e Gabriele Florindi (Città Sant'Angelo) non vedono l'ora di riaccendere la sfida. Di Marco è quello più in vantaggio, ha la benedizione di D’Alfonso e difficilmente l’ipotesi Di Lorito (Spoltore) potrebbe frenarlo. In compenso, il sindaco di Torre de’ passeri, Antonello Linari è in corsa per la carica di direttore generale, l’unico posto retribuito.
QUI CHIETI
Sono quattro nel centro sinistra che, Chieti a parte, governa tutte le città più grandi, e due nel centro destra, che parte quasi battuto, gli aspiranti (ma di ufficiale non c'è nulla) alla presidenza della Provincia di Chieti. Le aree interne spingono per Antonio Tamburrino, Pd, sindaco di Montenerodomo ed ex assessore nella giunta Coletti, la cui candidatura è sostenuta dal sindaco di Pizzoferrato dal Palmerino Fagnilli. C'è poi la disponibilità offerta dal sindaco di Lanciano Mario Pupillo, che riporterebbe, in caso di successo, la presidenza nella città frentana. A sorpresa, ma non troppo, potrebbe uscire allo scoperto Luciano Lapenna: eleggendo il sindaco di Vasto, infatti, si raggiungerebbe l'obiettivo di una sorta di riequilibrio territoriale nella rappresentanza di quell'area al vertice degli enti locali. Nel frattempo il capogruppo uscente del Pd alla Provincia Camillo D'Amico ha chiesto al partito, di fatto autocandidandosi, di non dimenticare chi ha lottato in questi ultimi cinque anni di opposizione al centro destra. Quest'ultimo potrebbe puntare o sull'uscente Enrico Di Giuseppantonio o, probabilmente, su Tiziana Magnacca: il sindaco di San Salvo ha dalla sua di essere riuscita nell'impresa di espugnare una storica roccaforte della sinistra abruzzese.
QUI TERAMO
Manca un’indicazione univoca, sia in casa centrodestra che nel centrosinistra per i candidati alla poltrona di presidente della Provincia. Al momento i nomi più quotati a destra sono quello del sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, e quello di Corropoli, Umberto De Annuntiis, sostenuto dai gattiani. Ma c’è anche l’outsider Raimondo Micheli, ex capogruppo in Provincia, che aspira alla poltrona lasciata libera da Valter Catarra, o, in alternativa, ad un ruolo di rilievo nella futura governance politica della provincia, rivendicando per Teramo un ruolo guida che non ha avuto negli ultimi trent’anni. Il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi è stato indicato come possibile sintesi per mettere d’accordo le varie anime del centrodestra, ma lui, al momento nicchia: una soluzione potrebbe arrivare la prossima settimana dal coordinamento di Forza Italia. Anche a sinistra l’accordo, è notizia di ieri, è fatto: il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro ha dichiarato il suo appoggio all’ex consigliere regionale ed ex candidato al Senato Renzo Di Sabatino. Più lontano il nome del primo cittadino di Castellalto, Vincenzo Di Marco.