ROMA Ennesimo incubo fiscale alle porte per le famiglie. Oggi scade il termine, tra polemiche e incognite, per fissare le aliquote della Tasi, la nuova tassa che va a sostituire la vecchia Imu sulla prima casa. Per ora solo due terzi dei Comuni hanno deciso: «5.300 Comuni, su un totale di 8.057, hanno approvato e inviato alle Finanze le delibere in materia di Tasi», secondo Valeriano Canepari, presidente Caf-Cisl e coordinatore della Consulta Caf. «Per i Comuni che non hanno deliberato, i contribuenti non pagheranno l’acconto di ottobre, ma effettueranno il pagamento a dicembre, in un’unica soluzione con l’aliquota base dell’uno per mille». Oltre che per la Tasi, avverte il coordinatore della Consulta Caf, «i Comuni sono indietro anche in materia di Imu. Sono, infatti, solo 4.800 i Comuni che hanno deliberato». Aliquote. Nelle 69 città capoluogo che hanno sin qui pubblicato le aliquote, parecchie hanno spinto la nuova tassa sulla prima casa non solo al tetto massimo del 2,5 per mille, ma hanno aggiunto lo 0,8 di addizionale, previsto dalla legge, per finanziare le detrazioni. Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Torino, Venezia, Bari, Catania sono al 3,3 per mille (somma di 2,5 e 0,8) ma non ci si può basare solo sull’aliquota per comprendere l’effetto reale della Tasi. Confronto con l’Imu. Nei 76 comuni dove è stato possibile effettuare il confronto dall’ufficio studi della Cgia, il nuovo tributo sui servizi indivisibili sarà, in almeno 49 casi, meno oneroso della vecchia Imu versata dai proprietari delle abitazioni principali nel 2012. Quelli con il segno più, dove la Tasi è superiore all’Imu pagata, sono 27, tra cui Verbania (+200), Mantova (+120 euro) Trieste (+100), Ascoli Piceno (+85), Lucca (+83). A Firenze (+24) e a Venezia (+5). A Chiudere Lodi con +1 euro. Primo capoluogo, invece, a beneficiare del confronto è Pistoia con il risparmio di un euro, a seguire Bologna (2) e Brescia (3), Ferrara (5) e Varese (9). Sul fronte dei risparmi più elevati, dopo Siena c’è Torino con 332 euro, terza Roma (319), poi Livorno (277) e Brindisi (260). Fuori di un soffio dalla “top ten” dei comuni del risparmio Milano e Genova (174) e Napoli (165). Dalla Cgia fanno sapere che i calcoli sono stati effettuati sulla rendita catastale media di ciascun Comune capoluogo di Provincia. Inoltre, si è presa in considerazione un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2 che comunemente è la più diffusa) e sono state rilevate le aliquote e le detrazioni presenti nelle delibere comunali pubblicate entro l’8 settembre 2014 sul sito del dipartimento delle Finanze. Chi paga e quando. Alla cassa saranno chiamati sia i proprietari di prima e seconda casa (questi ultimi aggiungono alla Tasi anche l’Imu) sia gli affittuari, in percentuali dal 10 al 30%, decise dai sindaci. La Tasi è una delle due gambe della Iuc (Imposta unica comunale), l’altra è la Tari, la tassa sui rifiuti. Tasi e Tari comportano però due bollettini diversi (il secondo in genere arriva precompilato a casa) e si versano in momenti diversi. Le scadenze della Tasi per quest’anno sono assai variabili. Circa 2mila Comuni hanno fatto pagare l’acconto a giugno, altri 3mila faranno pagare entro il 16 ottobre mentre nei circa 2mila che non hanno deliberato il pagamento sarà unico a metà dicembre. Come si paga. La Tasi potrà essere pagata con modello F24 oppure con apposito bollettino postale. Se si sceglie l’F24 si dovrà compilare la parte che riguarda i dati personali del contribuente, residenza e codice fiscale. Se l’immobile è intestato anche ad altre persone, oppure il versamento è effettuato da eredi o tutori, occorrerà inserire anche gli stessi riferimenti per tutti questi ultimi. È necessario, poi, inserire il numero di riferimento della propria amministrazione locale e indicare con una “x” se si tratta di un acconto, di un ravvedimento operoso, di un saldo o di altro. Nel caso specifico ovviamente bisognerà barrare la casella “acc”, perché si tratta di acconto. Quando poi a dicembre si verserà il saldo si barrerà la casella corrispondente. Da non dimenticare è il codice tributo a seconda di quale sia la propria situazione. Infine, per quanto riguarda gli importi nella casella sulla rateazione si inserirà l’identificativo 0101, come già accaduto nel caso dell’Imu. L’anno di riferimento è ovviamente il 2014. Famiglie penalizzate. A conferma dell’analisi Cgia ci sono le simulazioni della Uil che evidenziano che le più penalizzate sono le famiglie con redditi modesti che vivono in abitazioni con rendite medio-basse. Vivere in una A3 (casa economica) con un figlio e rendita pari a 450 euro (nella media nazionale per questa categoria) può essere penalizzante per il 71% delle famiglie (nell’ipotesi, con reddito Isee di 10mila euro e reddito Irpef di 20mila euro). Sette famiglie su dieci cioè pagheranno più Tasi che Imu: 52 euro extra a Bologna, 32 a Firenze, 30 a Milano, 27 a Venezia.