Ballano cento milioni di euro: la distanza tra il salvataggio e il fallimento di Atac è la stessa che separa il Campidoglio dalla Regione. Riassunto delle puntate precedenti: l’ultimo capitolo ancora in bilico del piano di rientro del Comune di Roma riguarda i fondi per il trasporto pubblico locale. La Regione ha aumentato fino a 140 milioni i trasferimenti per l’Atac, ma Ignazio Marino ha lanciato l’allarme: «Per garantire il servizio ne servono 240, altrimenti saranno a rischio anche gli stipendi di ottobre». Una matassa difficile da sbrogliare. «Nel triennio Atac deve risparmiare 140 milioni di euro, un risparmio importante e significativo - spiega Guido Improta, assessore capitolino alla mobilità - Obiettivo del 2014 è dimezzare le perdite rispetto al 2013, quindi intorno ai 120 milioni». Insomma, osserva Improta, «laddove arrivassero i 100 milioni della Regione, si arriverebbe a chiudere il bilancio 2014 a meno 20 milioni». L’assessore lancia un segnale a Palazzo Chigi: «Non si può dire il piano di rientro va bene ma la questione dei trasporti se la devono vedere Roma e la Regione». Ma il messaggio fatto circolare negli ultimi giorni da Palazzo Senatorio è forte e chiaro: «La Pisana dà troppi soldi al Cotral, rispetto ai trasferimenti destinati all’Atac». E Improta conferma: «I 140 milioni dati dalla Regione a Roma sono insufficienti».
LE SOLUZIONI
Al governo viene chiesta, più o meno esplicitamente, la possibilità di farsi «prestare» 100 milioni dalla gestione commissariale del debito ante 2008 del Campidoglio. Un’ipotesi che, però, presenta due controindicazioni: sarebbe un nuovo contributo una tantum del commissario, dopo quello utilizzato dall’amministrazione comunale per chiudere i conti del bilancio 2013; e, soprattutto, non risolverebbe in maniera strutturale il problema, che si riproporrebbe pari pari nel 2015.
LA MEDIAZIONE
La Regione, dal canto suo, ha spazi di manovra molto stretti: ha già approvato il suo bilancio 2014, peraltro aumentando i fondi per il tpl della Capitale (ai 140 milioni per Atac se ne aggiungono altri 108 destinati alle tre ferrovie ex concesse), ed è a sua volta impegnata in un difficile percorso di risanamento dei suoi conti, gravati dai debiti della sanità. Peraltro, la Pisana si è già impegnata a incrementare ancora i trasferimenti per Roma nel 2015, ma trovare risorse così importanti nel giro di pochi giorni è impresa obiettivamente difficile. Sul colle capitolino, a questo punto, in tanti auspicano una mediazione del Pd, a partire dai parlamentari romani, per fare pressione sul governo e cercare una soluzione: Palazzo Chigi vuole chiudere tra una settimana la partita del Salva Roma, ma il trasporto pubblico può rappresentare il granello di sabbia che rischia di bloccare l’ingranaggio.
Entro l’anno via 15 dirigenti «Risparmi per tre milioni»
Via 15 dirigenti Atac entro fine anno, con un risparmio per l'amministrazione che si aggirerà attorno ai 2,5/3 milioni. Attualmente le persone che ricoprono incarichi di vertice all'interno dell'azienda sono 74, a fine dicembre arriveranno a 59. «Martedì ho parlato con l'amministratore delegato dell'azienda e il responsabile delle risorse umane: penso che saremo in grado di mantenere quest'obiettivo - ha spiegato l'assessore capitolino alla Mobilità, Guido Improta - Non è un obiettivo “di sangue”, è coerente con l'efficacia che viene richiesta». Decisione che segue quella presa poco tempo fa e riguardante altri 150 colletti bianchi dell'azienda, spostati a fare i controllori sui bus, portando così a 330 (dagli attuali 70) il numero dei verificatori dei titoli di viaggio. I prossimi mesi saranno una cartina di sole per valutare se quei passi, assieme ad altri che coinvolgono diverse variabili, porteranno al raggiungimento degli obiettivi che l'amministrazione si è prefissata in materia di trasporto pubblico.
«Sino ad ora i risultati che devo raggiungere li ho ben chiari e so che devo lavorare altri due o tre mesi per consolidare questi risultati», dice Improta.
I TRAGUARDI
E fissa una data: «A gennaio valuteremo insieme il percorso da fare se avrò raggiunti quei risultati. Se così non sarà sarò io che me ne andrò via. Noi dobbiamo evitare che ci sia un assessore dei trasporti che sta seduto su una sedia senza aver ben chiaro i risultati che deve raggiungere». Strada, quella del raggiungimento degli obiettivi, che non si preannuncia in discesa. Ieri è stata rinviata la nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell'Agenzia per la Mobilità: rinvio deciso dalla commissione congiunta Mobilità e Bilancio che doveva esprimere il parere sui curricula arrivati. Per il presidente della commissione Bilancio, Alfredo Ferrari «il problema non riguarda i nomi specifici proposti per il cda, ma va fatto un discorso di metodo sulle partecipate anche alla luce dell'efficientamento e dell'ottimizzazione». Problemi di metodo li ha sollevati anche l'opposizione. La commissione è stata riconvocata la prossima settimana.
Intanto la Uil ieri ha presentato un dossier sulla gestione ed erogazione del trasporto pubblico nel Lazio, proponendo la costituzione di un'agenzia e una azienda unica regionale del settore per ridurre i costi. «Oggi nel Lazio spendiamo 1 miliardo e 602 milioni - ha sottolineato il segretario generale Pierpaolo Bombardieri - Accorpando le società, riducendo i cda, vendendo alcuni immobili e diminuendo i numeri di dirigenti e i loro stipendi si arriverebbe a un risparmio tra i 120 e i 180 milioni l'anno".