Quindici dirigenti in meno entro la fine dell’anno. Atac prepara un nuovo dimagrimento delle figure apicali, il cui numero dovrà scendere in poche settimane da 74 a 59, per un risparmio «che va dai 2,5 ai 3 milioni di euro annui». L’annuncio è stato dato ieri mattina dall’assessore capitolino alla Mobilità, Guido Improta, intervenuto ad un convegno della Uil Lazio sui costi del trasporto pubblico regionale. La scrematura in realtà, era prevista da tempo e, anzi, inizialmente doveva essere completata entro l’autunno; tuttavia, le trattative individuali, le buonuscite e le "malattie tattiche" hanno ritardato il processo. «Dobbiamo essere di meno e lavorare meglio», ha tuonato Improta, che in questi giorni ha a che fare con le incertezze in Atac sul pagamento degli stipendi di ottobre, allarme lanciato nei giorni scorsi dal sindaco Ignazio Marino, in vista della discussione a Palazzo Chigi del piano di rientro di Roma Capitale.
PIANO DI RIENTRO
«In questo piano il trasporto è centrale - ha detto Improta - dunque, o lo si garantisce o si rimette in discussione tutto il sistema. Nel triennio, Atac deve risparmiare 140 milioni: l’obiettivo del 2014 è dimezzare le perdite rispetto al 2013, arrivare quindi intorno a 120 milioni di perdite. Laddove arrivassero ulteriori 100 milioni della Regione Lazio, si arriverebbe a chiudere il bilancio 2014 con un passivo "minimo" di 20 milioni di euro». Ma chi deve pagare davvero, Governo o Regione? «Per me è indifferente - ha continuato l’assessore - Zingaretti ha fatto molti sforzi e lo ringrazio. Ma io non sono pazzo: fra il 2008 e il 2013, la Regione ha dato più ad Atac che a Cotral, con le evidenti differenze nei servizi. Mettiamoci anche che la Regione dà a Roma solo il 26% delle risorse che prende dallo Stato, quando la Campania dà a Napoli ben il 50%».
ATAC PROVINCIALE Conti a parte, il tema del convegno Uil di ieri mattina era proprio il futuro del trasporto regionale. La tesi del sindacato, supportata da una ricerca Eures, è quella della creazione di un’agenzia unica regionale, per la governance del trasporto (linee, orari, integrazione ferro-gomma, ecc.) e di un’azienda unica del trasporto regionale, una specie di Cotral gigante dove far confluire tutti, comprese Trenitalia Lazio e Atac. Secondo il segretario regionale Pierpaolo Bombardieri, «si può arrivare a risparmiare il 50% degli attuali costi, passando dagli attuali 363,3 milioni di euro, circa 288 euro a cittadino, a 181,7 milioni. Oggi l’investimento totale regionale è di 1,6 miliardi, ma l’efficienza del servizio non è all’altezza. «L’agenzia la dobbiamo fare, e anche presto. L’azienda unica la vedo difficile», ha risposto Improta, che però poi ha lanciato una novità importante: «Si può ragionare, invece, su un’azienda unica metropolitana». Il 5 ottobre nascerà la Città Metropolitana, che altro non è che la vecchia Provincia di Roma. Solo che il presidente sarà il sindaco di Roma. «Sarebbe utile creare un’azienda che possa permetterci di governare i flussi anche da Civitavecchia o da Guidonia. Con l’applicazione della legge Delrio, si può fare».
RISULTATI O DIMISSIONI Improta è tornato anche sulla sua posizione all’interno della Giunta. Non lo dice, ma si è sentito lasciato solo dal Pd quando c’è stato da fare il «lavoro sporco» dell’aumento tariffario di strisce blu e ztl. Ora in Consiglio deve arrivare il Piano Generale del Traffico Urbano, una sua creatura, dove ci sono altri provvedimenti impopolari, come l’Area C e l’ecopass. Così, torna ad ipotizzare la sua uscita dalla squadra di Marino a gennaio: «Se avrò la forza politica continuerò. Non devo occupare poltrone, io faccio un altro lavoro, il dirigente d'azienda. Quando il sindaco di Roma, esaurita una fase, non avrà bisogno di me la cosa non sarà traumatica».