Otto gomme scoppiate, nel giro di sei mesi, mentre i bus viaggiavano per fortuna senza passeggeri o erano parcheggiati in deposito: è la querelle-sicurezza lanciata dai sindacati, che accendono i riflettori sulla gestione delle gomme in Gtm, servizio in appalto esterno. Ma il caso-gomme si inserisce nel braccio di ferro sempre incandescente tra organizzazioni sindacali e azienda. Il nodo nuovo della vertenza riguarda la riorganizzazione delle modalità di utilizzo degli autisti, dal 16 settembre, sulla tratta Penne-Pescara. Ma Filt Cgil, Faisa Cisal e Ugl allargano il tiro, con una nota a firma delle rappresentanze sindacali aziendali che innesca interrogativi anche sulla sicurezza dei bus. «Con l’appalto delle gomme sono iniziati i problemi - premettono i sindacati -. Negli ultimi sei mesi sono scoppiate in diverse circostanze 8 gomme dei bus: sull’asse attrezzato con bus che rientrava fuori servizio; in deposito con bus fermo; ultimo caso l’8 settembre, in via del Circuito sono scoppiate le gomme gemellari posteriori, lato sinistro, che hanno impedito il rientro in deposito. Mai in passato, con manutenzione e gestione delle gomme affidate al personale Gtm, si ricordano tali eventi. Inoltre viene disatteso l’impegno preso dal presidente Russo alla presenza di Carla Mannetti sul recesso della gara d’appalto per le gomme». Per fortuna nessun passeggero era a bordo.
«Approfondirò la questione - premette Michele Russo, presidente Gtm -. Non ho ricevuto note scritte, dal responsabile alla manutenzione: se ravvisasse un nesso tra i casi denunciati e la qualità del servizio, dovrebbe muovere contestazioni all’azienda convenzionata. Nel qual caso si potrebbe recedere dal contratto. Si tratta di un appalto in global service, in vigore da anni, di fornitura e manutenzione gomme promosso insieme ad Arpa». Ma i sindacati attaccano l’azienda anche su altri fronti, alla vigilia dell’assemblea dei lavoratori indetta per oggi per valutare iniziative di lotta, e mentre hanno già attivato la seconda fase delle procedure di raffreddamento informando il prefetto. Altri due i nodi: emettitrici a bordo e riorganizzazione dei turni. «Risulta elevata l’evasione tariffaria perché i viaggiatori spesso si trovano obliteratrici fuori servizio - tuonano i sindacati -. Inoltre dal 16 settembre, causa la riorganizzazione del lavoro proposta dalla direzione aziendale, si genereranno disagi per l’utenza: sulla Penne-Pescara verranno dirottati lavoratori senza conoscenza del servizio, riferito a coincidenze, capolinea e nessuna formazione sulla strumentazione». Finora alla guida della Penne-Pescara solo autisti che ne facevano richiesta. Ora a turno dovranno farlo tutti. «Polemiche strumentali - Russo dà la sua versione -. Sulla Penne-Pescara avevamo sperimentato tempo fa il servizio di emissione dei biglietti a bordo: del ticket da 1,50 euro, 50 centesimi erano destinati all’autista che emetteva il biglietto. Nelle trattative successive, ci avevano chiesto che venisse portata a un euro la parte spettante agli autisti. Abbiamo optato per le emettitrici a bordo. Ne è scaturita la lotta sindacale per veder riconoscere a quel punto i 50 centesimi. A fronte della mancata disponibilità di autisti intervenuta su quella tratta, abbiamo posto in essere la turnazione per tutti».