«I 28mila anziani sono esclusi dalle agevolazioni, occuperemo il municipio»
PESCARA La luna di miele tra i sindacati e l’amministrazione comunale di centrosinistra è a un passo dal concludersi con un finale burrascoso. La stangata fiscale, con l’imposizione ai massimi livelli delle aliquote Tasi e Imu e con il raddoppio annunciato dell’addizionale Irpef, spingono i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl a dichiarare pubblicamente lo scontro diretto. «Ci mobiliteremo in massa e occuperemo il Comune se dovesse essere necessario», si scalda Paolo Castellucci, segretario provinciale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. Non è bastato l’incontro, nei giorni scorsi, con il sindaco Marco Alessandrini e gli assessori competenti, conclusosi con la promessa di un tavolo permanente tra maggioranza e parti sociali. E a nulla sono serviti gli interventi in consiglio comunale di Emilia Di Nicola (Cgil) e Umberto Coccia (Cisl). La manovra lacrime e sangue varata dalla maggioranza è stata approvata in aula senza prevedere alcuna agevolazione, dicono i rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati, per quelle fasce deboli della popolazione che ogni giorno bussano alla porta dei sindacati e continuano a lamentare la drammaticità della crisi e l’aumento esponenziale delle tasse municipali. Su tutti i circa 28mila pensionati residenti in città, di fatto esclusi dal monte delle agevolazioni. Per questa ragione, i leader provinciali Di Nicola, Coccia, Luca Piersante (Uil) e Gianna De Amicis (Ugl) hanno deciso di rompere il silenzio e minacciare la mobilitazione generale. «Le aliquote al massimo non salveranno il Comune dal rischio default», avverte Piersante, «già lo scorso anno c’è stato un numero altissimo di gente e proprietari di attività commerciali che non sono riusciti a pagare le tasse. A fine anno si verificherà la stessa situazione, anche perché non è stata messa in atto alcuna azione per rientrare dall’evasione fiscale». «Questa è solo un’operazione contabile, fatta senza alcuna riflessione a monte», aggiunge De Amicis. «Si parte dal presupposto che c’è un buco economico da coprire», avverte Emilia Di Nicola, «ma a pagare saranno le categorie più deboli poiché non è stato concepito alcun sistema di detrazioni in base al reddito, anzi paradossalmente gli aumenti della Tasi colpiranno soltanto i proprietari delle abitazioni con reddite catastali più basse, mentre per i più ricchi ci sono addirittura dei risparmi». In questa fase delicata, archiviato il voto sul regolamento Iuc (Imposta unica comunale), la partita decisiva si gioca sul bilancio di previsione 2014 e sui rincari dell’addizionale Irpef che, secondo quanto detto dal sindaco Alessandrini e dall’assessore al Bilancio, Bruna Sammassimo, passerà dallo 0,49 allo 0,8 per cento. Due provvedimenti da approvare obbligatoriamente entro il 30 settembre. «Il Comune di Pescara si trova in una situazione di predissesto finanziario», osserva Umberto Coccia mostrando un prospetto con i conti dell’ente, «mancano tra gli 80 e i 100 milioni di euro. L'alternativa all'aumento delle tasse è quella di fare ricorso ai fondi di rotazione, come hanno fatto altre amministrazioni italiane. Ma per accedere a questa possibilità occorre specificare, in una relazione, le motivazioni contabili e gestionali e impegnarsi a restituire le somme in dieci anni». «Altra idea», conclude Castellucci, «è rimodulare in maniera progressiva, in base al reddito, l’aumento dell’Irpef, evitando quindi gli aumenti indiscriminati».