L’AQUILA «Le tasse non versate dopo il sisma devono essere a carico dello Stato e non delle singole imprese o dei cittadini che stanno faticosamente cercando di far partire la ricostruzione». Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ieri all’Aquila in occasione dell’apertura del nuovo punto vendita del gruppo Orsolini, a Bazzano, si è schierato apertamente a fianco degli imprenditori aquilani, sottolineando: «Il governo deve prendersi le proprie responsabilità. In questa battaglia la Confindustria sarà con gli aquilani». Il riferimento è all’indagine della Commissione europea sugli aiuti di Stato concessi dall’Italia dopo il sisma: attualmente, infatti, sono un centinaio le aziende aquilane chiamate dal governo a restituire le tasse non versate grazie alla legge Letta che sanciva uno sconto del 60% sui tributi. Il presidente di Confindustria, il primo nel suo ruolo a visitare la città dopo il terremoto, ha colto l’occasione anche per fare il punto sulla ricostruzione: «È un’opera ciclopica», ha affermato, «ma dobbiamo credere nella rinascita di questa città e spero che possa avvenire nel più breve tempo possibile. Le energie vanno impiegate per ridare un futuro agli aquilani. Ho appena incontrato gli esponenti della Confindustria locale: mi sembra chiaro che è necessario creare delle opportunità di lavoro e le condizioni perché le imprese, in modo particolare quelle manifatturiere, riescano a insediarsi e crescere. Purtroppo in questo Paese è diffusa una cultura anti-imprenditoriale». Per il presidente di Confindustria, «la ricostruzione deve essere fatta nei modi giusti anche dal punto di vista tecnico, usando materiali testati per questa che è una zona sismica. La qualità della ricostruzione deve essere particolarmente alta», si è raccomandato. Poi l’appello alle forze dell’ordine e alle autorità cittadine: «Mi sento di chiedere loro di tenere alta la sorveglianza. Bisogna evitare infiltrazioni malavitose: la rinascita è difficile, ma la risposta della popolazione aquilana è stata straordinaria». Infine uno sguardo alla situazione dell’Italia: «Gli imprenditori stanno facendo il loro dovere, abbiamo il carico fiscale più alto dei paesi industrializzati. Non ha colpe il ceto imprenditoriale. Viviamo una situazione molto complicata da cui il nostro Paese deve uscire. La politica identifichi un progetto. Le risorse non ci sono, il primo ministro vuole reperire 24 miliardi dalla spending review per fare investimenti, ma non basteranno. Io e la mia Confindustria crediamo che il futuro di questo paese possa essere legato solo alla ripartenza delle imprese. Creare lavoro significa creare benessere sociale».