«Otto mesi di lavori e tanti soldi spesi: una contraddizione tornare indietro»
PESCARA Per i “forestieri” arrivare in città e trovarsi corso Vittorio Emanuele a disposizione per una passeggiata è una benedizione, un incentivo al relax e un’attrazione per gli avventori. Tra i più affezionati alla città, c’è anche chi sogna di vedere estesa “l’isola pedonale” fino a via Venezia e via Chieti. I forestieri non sanno, però, che l’ex trafficata strada per la cui pedonalizzazione la passata amministrazione ha speso 1,1 milioni di euro, dal 30 settembre prossimo tornerà a essere frequentata dalle auto, seppure soltanto a senso unico (in direzione sud-nord, da Pescara a Montesilvano)e per un massimo di 30 chilometri all’ora (mentre dal lato opposto sarà aperta soltanto al trasporto pubblico e ai mezzi di soccorso). Un dettaglio che agli avventori interessa poco, coinvolgendo per lo più chi a Pescara ci vive e ci lavora. La scelta di limitare il traffico su corso Vittorio per loro ha più di un aspetto che merita considerazione. Prima di tutto, la decisione di riportare la situazione a com’era prima degli interventi di riqualificazione è «una contraddizione in termini e uno sperpero di denaro pubblico». Allora, si potevano lasciare le cose come stavano... Lo sostiene, in particolare, Lucia, 28enne di Pescara, per la quale corso Vittorio Emanuele «così è bello, ma del tutto inutile, perché la gente che ci viene a passeggiare o a fare shopping non è aumentata. Che senso ha, poi, riaprire una direzione di marcia alle auto? È stata bloccata un’intera via per mesi, lasciando morire i negozi, sono state investite ingenti risorse per poi lasciare tutto com’era?». Giovanna Fiumani, 31 anni di Bologna, preferisce lasciare ai suoi dubbi l’amica: «Io sono d’accordo, tutti i centri storici d’Italia dovrebbero essere pedonali». “Pollice verso” per la decisione di pedonalizzare il corso quello di Deborah Vicario e l’amica del cuore Katia Panunzio, 24enni di Pescara. «Ci sono già altre strade del centro chiuse al traffico, per esempio corso Umberto», chiarisce Deborah, «Pescara è una città piccola, a cosa serviva chiudere un’altra strada? Per quanto riguarda corso Vittorio, poi, qui era comodo potersi fermare per pochi minuti con la macchina e prendere una pizza o fare un acquisto veloce». Per non parlare, poi, della difficoltà a parcheggiare (l’amministrazione sta mettendo in campo una serie di azioni per recuperare almeno 166 parcheggi nelle vie limitrofe), possibilità ora ridotta quasi esclusivamente sull’area di risulta della stazione. Deborah ricorda anche «i tanti negozi che durante i lavori hanno avuto disagi con perdita di clientela, come quello di abbigliamento per il quale lavoravo». Difficile darle torto, se a una rapida occhiata spuntano vetrine vuote e saracinesche abbassate dove una volta c’erano attività. Per i coniugi di Pianella, Marilena e Giuseppe, «vedere il corso senza auto fa un’ottima impressione. Ora però, si devono potenziare trasporto pubblico e parcheggi». Il pakistano Mosharob Hoosan, che sul corso ha un negozio di accessori e bigiotteria dal 2010, «al di là dei forti disagi nei sette mesi di lavori, oggi la vitalità sul corso è quasi uguale a quella di prima».
Si partirà con una serie di controlli classici sulle auto in transito, in particolare di quelle che «a occhio» risulteranno viaggiare a una velocità superiore ai 30 chilometri orari. Il comandante dei vigili urbani, Carlo Maggitti, si prepara così a «mantenere l’ordine» sul riqualificato corso Vittorio Emanuele che tra meno di 20 giorni riaprirà alle auto – seppur in modo parziale – dopo un breve periodo di pedonalizzazione pura. «Il problema non si pone, perché la strada non è molto larga», chiarisce Maggitti, «e gli automobilisti saranno costretti a mantenere una bassa velocità. Ci sarà da mantenere alta la guardia più che altro di notte. In tal caso potremmo utilizzare il telelaser». Ma per capire davvero come si dovrà agire «dobbiamo ancora aspettare di vedere transitare i primi mezzi». La mole di traffico, in ogni modo, «è contestuale al miglioramento dell'anello (a senso unico) da fare su via del Circuito». Quanto ai parcheggi ridotti, con disagi soprattutto per i residenti che prima potevano parcheggiare sotto casa, Maggitti spiega: «Non so se si andrà a prevedere un abbonamento gratuito».