PESCARA Ventitrè milioni di euro: tanto può risparmiare la Regione in cinque anni di attività dimezzando gli stipendi dei 30 consiglieri e dei 6 assessori e tagliando di netto altri sprechi. La rivelazione del Movimento 5 Stelle è scioccante perché un conto è parlare dei costi della politica al bar, un altro conto è vederli nero su bianco, voce per voce. I pentastellati hanno ripassato in padella tutte le indennità previste attualmente e hanno scoperto che i tagli operati dalla precedente Amministrazione di Palazzo dell'Emiciclo sono acqua fresca in confronto a quello che si può fare. Allora vale la pena entrare nel dettaglio dello studio che i 5 Stelle hanno fatto e che saranno il cuore di una proposta che sarà prima presentata in commissione e poi in Consiglio regionale affinché venga votata e, sperabilmente, approvata. La capogruppo Sara Marcozzi e i consiglieri Domenico Pettinari e Leandro Bracco tirano fuori le cifre della "casta".
«Attualmente l'indennità di carica è di 11.100 euro lordi al mese, le indennità di funzione sono di 2.800 euro e il rimborso spese arriva a 4.500 euro». Fatti due conti, il totale fa 18.400 euro lordi, ciò significa che nella busta paga ogni consigliere regionale trova oltre 10mila euro netti al mese. Il tutto moltiplicato per 36, più i vari ed eventuali piccoli e grandi benefit di cui godono consiglieri e assessori, più altre indennità negli infiniti meandri della macchina regionale, porta a una cifra vicina ai 50 milioni di euro! «Abbiamo attivato una ricognizione complessiva - spiega Sara Marcozzi - sulle singole voci che compongono il costo dei politici regionali e non solo, una vera spending review. Per cui la nostra proposta prevede che l'indennità di carica non possa superare i 5mila euro lordi al mese, le indennità di funzione non superino i 1500 e il rimborso spese non sia superiore a 2500 euro. L'insieme di questi primi tre provvedimenti, che andranno a incidere sulle indennità in generale, porterà un risparmio nelle casse dell'Ente pari a un milione e 750mila euro l'anno». Ma la proposta del Movimento 5 Stelle non si ferma qui, altrimenti non arriverebbe mai alla cifra iniziale di 23 milioni, infatti la spending review grillina è formata da un ulteriore carta del risparmio a sei petali. «La nostra proposta prevede inoltre - aggiunge la capogruppo - l'abolizione delle indennità aggiuntive per i vice presidenti e segretari di commissione attualmente valutate 800 euro al mese, con un risparmio di 153mila euro l'anno; l'abrogazione della polizza assicurativa (infortunio e morte) per i consiglieri, che oggi grava sui contribuenti, che pesa un migliaio di euro all'anno per ogni consigliere, per un totale di 35mila euro l'anno; l'abrogazione del trattamento di fine mandato che porterebbe ingenti quantità di denaro nelle casse della Regione con un risparmio pari a un milione e 300mila euro ogni 5 anni; la riduzione, in percentuali progressive, dei vitalizi già maturati con una più severa riduzione in caso di cumulo di vitalizi, in questo caso con un risparmio di 4 milioni e 665mila euro nell'arco di tutta la consiliatura; lo spostamento di fatto di 7 anni (da 60 a 67) per la fruizione del vitalizio per coloro che sono stati consiglieri fino alla IX legislatura, quella conclusa a maggio, e non hanno ancora raggiunto l'età minima, provvedimento questo che farebbe risparmiare all'Ente circa 16 milioni; infine, abbiamo previsto la riduzione dell'1,2% degli stipendi dei dirigenti, riduzioni che sono minime poiché è possibile incidere esclusivamente sulla voce "remunerazione della posizione e del risultato", quindi solo sui premi di produzione, cosa che comporta un risparmio di 70mila euro sul bilancio regionale». La proposta di legge è pronta, la sfida dei 5 Stelle pure, ora si tratta di vedere se la revolution dei costi della politica sarà accolta o impallinata prima di arrivare in Consiglio regionale. «Non mi faccio illusioni - ha commentato Pettinari - comunque spero che la nostra i niziativa venga messa in calendario e discussa almeno in commissione. Poi, una volta in aula, chiederemo il voto per appello nominale, così sapremo chi e cosa vota ogni consigliere regionale».