ROMA Via il reintegro deciso dal giudice del lavoro, in caso di licenziamento arriva il risarcimento economico crescente in base all’anzianità aziendale: non sarà facile stamane per il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, durante la riunione con i capigruppo del partito e i membri della commissione Lavoro di Camera e Senato, convincere tutti che superare l’attuale formulazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori è cosa buona e utile. A meno che non riuscirà a persuaderli che lo si farà nel segno della «semplificazione e dell’estensione delle tutele». Il chiarimento all’interno del Pd è un passaggio fondamentale per superare lo scoglio dell’articolo 18 che rischia di bloccare il cammino del Jobs act. Alla riunione di stamattina parteciperà anche il ministro del Welfare, Giuliano Poletti. Solo dopo che il Pd avrà raggiunto una posizione unitaria, si potrà tenere il confronto con il resto della maggioranza e formulare un emendamento di compromesso. Cosa che comunque non avverrà prima di domani (la riunione di oggi della commissione sarà particolarmente breve, visto che alle 15 c’è l’informativa del premier in aula).
Fino a ieri sera nel partito di Renzi continuavano a coesistere due linee: quella di chi al massimo è disponibile a congelare le tutele dell’articolo 18 solo per i primi tre anni di assunzione; quelli che, di fronte ad un sistema di politiche attive più efficiente, sono disposti a rinunciare al reintegro. Tra i primi c’è Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera: «L’articolo 18 non è una questione secondaria, ma fondamentale. Escludere il reintegro e prevedere solo il risarcimento economico vorrebbe dire dare via libera ai licenziamenti». «L’articolo 18 è un feticcio e va superato. Diamo un indennizzo vero ai lavoratori che perdono il lavoro e investiamo sulla formazione per una facile ricollocazione» ribatte Francesco Boccia, che presiede la commissione Bilancio della Camera. A sua volta Taddei, in un’intervista rilasciata a Lettera43.it, spiega: «Oggi molti lavoratori sono esclusi dalla tutela dell’articolo 18 come dell’assegno di disoccupazione. Bisogna da una parte universalizzare le garanzie e dall’altra permettere al mercato del lavoro una sana flessibilità».
Le forze moderate della maggioranza dal canto loro non arretrano. Il senatore Pietro Ichino (Sc), primo firmatario dell’emendamento che introduce il contratto a tempo indeterminato a protezione crescente (reintegro solo per i licenziamenti discriminatori, risarcimento per tutti gli altri) ricorda: «Il Pd ha votato il decreto Poletti e il mio emendamento ne rispecchia alla lettera la premessa. Renzi è favorevole alla riscrittura integrale del vecchio Statuto, mi parrebbe curioso che il partito si rivoltasse contro il suo capo». Ncd a sua volta ne fa una bandiera di modernizzazione. Ieri Alfano lo ha ribadito: «Superiamo lo Statuto dei lavoratori. Lo vogliamo fare tutto e lo vogliamo fare subito».