PESCARA "Si può vivere anche con 5.000 euro al mese". Il gruppo consiliare dei 5 Stelle chiede un "sacrificio" ai colleghi dell'Emiciclo: il dimezzamento dell'indennità di carica (oggi pari a 11.000 euro lordi) e di altre voci contenute nella busta paga della Regione, come l'indennità di funzione (2.800 euro); il rimborso spese forfettario (4.500 euro ); l'abrogazione della polizza assicurativa sulla vita e gli infortuni (circa 1.000 euro all'anno per ogni consigliere), la cancellazione del trattamento di fine mandato e la riduzione progressiva dei vitalizi già maturati. Il risparmio totale stimato nell'arco della legislatura ammonta a 23milioni e 140mila euro (1.750.000 annui).
"Noi - ha spiegato ieri il capogruppo del M5S, Sara Marcozzi - lo abbiamo già fatto, dando seguito agli impegni presi con gli elettori. Siamo certi che anche il centrodestra e il centrosinistra faranno altrettanto". Una "certezza" che appare più ironica che frutto di una reale convinzione. I soldi risparmiati dalla pattuglia di Beppe Grillo finiscono in un fondo per il micro credito a sostegno delle imprese. Adesso il M5S si appresta a portare in aula una proposta di legge sui tagli dei costi della politica che parte proprio dalla robusta sforbiciata di indennità, rimborsi e altri benefit per eletti e nominati.
Ma cosa resta davvero in tasca, oggi, ad ogni consigliere? A spiegarlo con un esempio personalissimo è Leandro Bracco, altro esponente del gruppo 5 Stelle in Regione: "Io nel mese di agosto ho percepito una indennità netta di 9.300 euro". Cifra fittizia nel caso specifico, perché da questa somma va appunto sottratta la quota a cui il M5S ha deciso di rinunciare ad inizio mandato per destinarla a scopi sociali. E c'è da dire che Bracco è un consigliere "semplice", non ha dunque altre indennità di funzione che potrebbero far lievitare il suo stipendio di ulteriori 2.800 euro.
LA PROPOSTA SULLE SPESE
La proposta dei 5 Stelle è di ridurre a un massimo di 2.500 euro mensili i rimborsi: oltre questa somma, consiglieri e assessori dovranno fare di tasca propria per le spese di ristoranti, viaggi, pernottamenti, saune in hotel, varie ed eventuali. "Ma il nostro gruppo - riprende Sara Marcozzi - è andato oltre, chiedendo il rimborso solo sulle spese sostenute e documentate. Diranno che facciamo demagogia - incalza la capogruppo - ma 23milioni di risparmio in cinque anni sono una somma importante in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini". La proposta di legge prevede anche l'abolizione delle indennità aggiuntive per i vice-presidenti e segretari di commissione (altri 800 euro mensili) e la riduzione progressiva dei vitalizi maturati, in percentuale maggiore in caso di cumulo: il risparmio calcolato è di 4milioni 665mila euro. "Li avremmo volentieri aboliti a tutti - precisa Marcozzi - ma trattandosi di diritti acquisiti, in base all'attuale giurisprudenza possono essere solo ragionevolmente ridotti". Taglia di qua e taglia di là, alla fine, se dovesse passare la proposta dei 5 Stelle, l'indennità media di un consigliere regionale si ridurrebbe dunque a circa 5.000 euro netti al mese (benefit e rimborsi compresi) contro gli oltre 9.000 di adesso. E i pentastellati avvertono: "Chiederemo il voto nominale".