Decreto ingiuntivo del Tribunale per un debito accumulato dal 2012. La giunta: «Non sono arrivati i soldi del Fondo trasporti».
Nemmeno il tempo di digerire l’avvio in sordina della metropolitana di superficie Venezia-Padova (nessuna pubblicità, la gente non ne sapeva niente) e sulla testa della Regione cade un’altra tegola targata Trenitalia.
La società sotto contratto con Palazzo Balbi fino al 31 dicembre 2014 ha presentato ricorso al Tribunale di Venezia (ancora il 23 ottobre 2013) per ottenere l’ingiunzione di pagamento immediatamente esecutiva in relazione a un credito di circa 22 milioni di euro per servizi resi nel quarto trimestre 2012.
E ha vinto, ottenendo un decreto ingiuntivo per un credito riconosciuto «certo, liquido ed esigibile» dal Tribunale, che l’aveva notificato già il 30 dicembre 2013 alla giunta Zaia. Ma il parlamentino di Venezia pensava di poter saldare il debito con le risorse del Fondo nazionale trasporti, richieste ai ministeri di Economia e Trasporti per tempo ma non ancora ottenute.
O meglio: sulla carta i due dicasteri hanno concesso al Veneto un’anticipazione del 60% del Fondo, ovvero 243 milioni di euro a fronte di un totale di 406, ma questi soldi non sono ancora materialmente arrivati.
E così la Regione deve anticipare di tasca propria a Trenitalia i 22 milioni di residuo, cercandoli tra le pieghe del bilancio 2014. Strategia obbligata che non piace ai sindacati.
«La coperta è corta — denuncia Ilario Simonaggio, segretario generale di Filt Cgil — e il quadro economico è chiaro, scoperto e allarmante. Si usano le risorse regionali del Fondo nazionale trasporti 2014 per coprire il buco del mancato pagamento del 2012. Tutto questo getta nuove preoccupazioni sul servizio ferroviario regionale dei prossimi anni. E’ necessaria una revisione delle entrate e delle spese, bisogna decidere con dignità e coraggio politico dove sia possibile risparmiare senza intaccare servizi essenziali per i cittadini».
Va poi ricordato che di fronte ad una serie di disservizi il governatore Luca Zaia aveva annunciato di non voler rinnovare la convenzione con Trenitalia. Il ricorso è una sorta di «vendetta»? «Nessuna vendetta, i rapporti con Trenitalia sono buoni — assicurano da Palazzo Balbi —. Il procedimento legale era un atto dovuto per tutelare i propri crediti. Il problema è che per avviare l’orario cadenzato abbiamo speso 10 milioni in più del previsto ».
Lunedì mattina comunque Zaia riceverà l’amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprani, per parlare di orario cadenzato (il Veneto avanza ancora 9 treni), di scadenze contrattuali e di piani di gara.
Intanto però, come cita la delibera passata in giunta il 12 agosto, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte della Regione «non è pervenuta dai ministeri competenti una data certa di erogazione del Fondo nazionale trasporti».
I tempi di erogazione e di utilizzo delle somme richieste non paiono certi — scrive ancora il governatore nella delibera —. Di contro appare urgente l’esigenza di garantire la copertura della somma richiesta da Trenitalia alla luce degli sviluppi del ricorso promosso.
Onde evitare il decorso del termine di 120 giorni dalla notifica per effettuare il pagamento nonchè ulteriori oneri, risulta urgente l’utilizzo temporaneo delle somme stanziate in bilancio 2014 e destinate al servizio ferroviario».