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Data: 17/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bagarre ma il sottosegretario «passa». Cinque Stelle rifiuta il posto nell’ufficio di presidenza del consiglio

L'AQUILA Per imbonirsi i grillini la figura del sottosegretario alla presidenza della giunta la ha paragonata a quella di Roberto Casaleggio, ma Luciano D'Alfonso non ha ottenuto alla fine il consenso che aveva richiesto sul cambiamento dello Statuto. Anzi: il Movimento 5 Stelle non solo ha votato contro, ma ha anche ritirato la mano sull'accordo per l'ampliamento dell'ufficio di presidenza del consiglio: una modifica che avrebbe permesso cioè di affiancare ai due vicepresidenti esistenti (Paolo Gatti per il centrodestra e Lucrezio Paolini per il centrosinistra), un terzo nominato dai Cinquestelle. «Non ci stiamo a fare da cavallo di Troia - spiega Sara Marcozzi - la proposta di legge inizialmente spacciata come inclusione delle opposizioni, è servita in realtà a istituire di soppiatto un sottosegretario alla giunta e a dare la possibilità indiscriminata di convocare giunte itineranti». A fare saltare i nervi al M5S, in particolare, è stata la sostituzione della figura da aggiungere nell'ufficio di Di Pangrazio: non un «vicepresidente» cioè, ma un «segretario». Che è una modifica di sostanza, politica ed economica. «Avremmo rinunciato alla nostra indennità - continua la Marcozzi - ma quello che chiedevamo era dignità e operatività politica». Critico, più della sua coalizione, anche l'ex presidente Chiodi: «Il sottosegretario è a tutti gli effetti di un settimo assessore - ha detto - una figura non prevista dalla Costituzione e non vedo la necessità di istituirla in Abruzzo. Camillo D'Alessandro (il futuro Casaleggio, ndr) è già un consigliere regionale e se vorrà essere utile alla comunità abruzzese potrà farlo anche senza ulteriori incarichi». Per D'Alfonso, tuttavia, il sottosegretario è figura necessaria, anche a seguito della riduzione degli assessori. D’Alessandro alza le mani rispondendo a Chiodi: «Per me solo oneri, nessun onore». Nominato tra i consiglieri regionali, il sottosegretario coadiuverà il presidente della giunta, a costo zero, nella sua attività e nelle sue deleghe e sarà una sorta di alter ego di D'Alfonso, insomma, ancor più di quanto lo sia il vicepresidente; non a caso l'opposizione ha insistito sullo svilimento del ruolo degli assessori. L'esecutivo, però, approva sereno.
L’ULTIMA SORPRESA

Presto, dopo la seconda lettura tra due mesi, diventerà legge a tutti gli effetti. Sembra il clou e in realtà, a fine seduta scoppia un’altra grana. Forza Italia grida allo scempio sostendendo che «la maggioranza vuol abolire gli sgravi sulle tasse regionali introdotti dal governo Chiodi». Sospiri esulta dicendo che l’emendamento è stato ritirato ma D’Alessandro, ancora lui, ribatte: «Quella legge è una bugia, come è una bugia, il tentativo che avremmo voluto aumentare le tasse agli abruzzesi».

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