Un sit-in di protesta, con tanto di raccolta firme, nei prossimi due fine settimana ed una manifestazione clamorosa a cui dar vita nei prossimi giorni. Lo hanno annunciato ieri i consiglieri comunali di opposizione di Pescara Futura e Forza Italia, Carlo Masci, Luigi Albore Mascia ed Eugenio Seccia con la partecipazione dell’ex assessori Berardino Fiorilli e Marco Mambella. La mobilitazione è contro la riapertura di corso Vittorio Emanuele, a senso unico sud-nord per le automobili, e a doppio senso per gli autobus, fissata ad ottobre dall’attuale giunta comunale guidata dal sindaco Marco Alessandrini: «È - accusa Carlo Masci, consigliere comunale di Pescara Futura - è un’operazione folle, che appesantirà il traffico in tutto il centro città eliminando quella bretella di collegamento a traffico limitato che, nella passata amministrazione, avevamo ideato per collegare tutte le vie pedonali perpendicolari al lungomare. Inoltre, non verranno restituiti i parcheggi ai commercianti». Tra l’altro Masci è tornato sul video pubblicato su Facebook dal vice sindaco Del Vecchio, che riproponeva un suo intervento nel quale si mostrava contrario alla pedonalizzazione del Corso, definendolo una mera strumentalizzazione di un suo discorso volto a promuovere una zona a traffico limitato. Ma il botta e risposta tra maggioranza ed opposizione è proseguito anche dal punto di vista giuridico, con il centro destra che ha ritenuto inaccettabile la decisione del sindaco Alessandrini di rinunciare all’istanza cautelare, con cui l’ex giunta Mascia si era appellata alla sentenza dei giudizi amministrativi sull’apertura della controstrada nell’area di risulta, messa nel mirino da Confcommercio: «Dato che il sindaco - rilancia il consigliere comunale di Pescara futura - temeva che la revoca della sospensiva fosse confermata anche nella sentenza finale, ha rinunciato all’istanza cautelare».
Ma la maggioranza, smentisce seccamente: «Masci - replica il vice sindaco Enzo Del Vecchio - si lascia sfuggire che la questione della controstrada si potrebbe risolvere con una variante al Prg, dunque, di fatto la via da noi scelta di non procedere al ricorso è giusta, evitando un inutile dispendio di risorse pubbliche, in quanto avrebbe un esito certamente negativo per i ricorrenti».