Le ottomila municipalizzate diventeranno mille. Matteo Renzi è pronto a usare l’accetta per ridurre «ad almeno un ottavo le troppe società partecipate» diventate «il parcheggio di esperienze politiche che non funzionano più». Dunque, in visita allo stabilimento L’Oreal di Settimo Torinese, il premier ha spiegato che bisogna «essere capaci di riconoscere quando servono» e quando invece vanno tagliate. «Non è immaginabile che le 8.000 municipalizzate – ha sottolineato Renzi - possano essere messe in un calderone, a scapito dell’interesse dei cittadini. Quando un’azienda serve ai cittadini la teniamo, quando serve alla politica per perpetuare se stessa noi la togliamo, serve una cura dimagrante». E di cura dimagrante, sia delle partecipate sia dei ministeri, oltreché di legge di stabilità, Renzi ha parlato, di ritorno da Torino, con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e con il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Quest’ultimo ha ricordato la sua proposta di razionalizzazione delle municipalizzate. Dal suo dossier risulta che, delle 5.633 società censite dal Mef, quasi una su quattro – 1.303 – dichiara zero dipendenti. Mentre in metà delle partecipate il numero delle cariche di amministrazione è superiore a quello dei dipendenti. Di conseguenza, ha annunciato il premier, «applicheremo un meccanismo molto serio» per ridurle drasticamente. Il disboscamento della «giungla delle partecipate», così si era espresso Cottarelli, potrebbe riportare nelle casse dello Stato fino a 3 miliardi in tre anni. Nel vertice si è anche parlato di legge di stabilità: non ci dovrebbe essere un aumento di tasse e accise, tantomeno un possibile aumento della tassa di successione. Il capitolo che rimane aperto sui tavoli dei tecnici è semmai proprio quello delle detrazioni. Dal riordino qualcosa si potrebbe racimolare, così come dall’efficientamento dei ministeri. Intanto sono state trovate le risorse per il rinnovo del contratto di polizia e militari.