Egregio direttore, ai più sfugge, forse, che il blocco del contratto di lavoro dei circa 100mila tranvieri italiani risale niente meno che al 2009. Cinque anni, dei quali tre già "bonificati" con un importo "una tantum" di 700 euro che non comportano alcun incremento delle voci che compongono la busta paga. Qualcuno può dire che sia stata spezzata mai una lancia a favore dei tranvieri per il mancato rinnovo del loro contratto di lavoro? A me sembra di no. Non ci sono soldi, è ciò che il governo manda a dire, come per i contratti delle forze dell'ordine. La reazione dei rappresentanti dei poliziotti è stata dura e perentoria: "Ci atterremo al contratto di lavoro senza prestazioni straordinarie!". E tutti zitti e mosca! Per i tranvieri questo tipo di atteggiamento non è ammesso perché scatenerebbe l'immediata reazione delle famiglie degli studenti che ogni mattina dai luoghi più remoti del nostro Abruzzo montano prendono il bus, cioè l'unico mezzo di trasporto che assicura la mobilità anche nelle condizioni climatiche più disperate. Se non scatta addirittura la precettazione dei Prefetti! Mi chiedo allora, qualcuno precetterà i poliziotti?
Aristide Ricci, Pescara