PESCARA La carica dei 101 mette ko le casse del Comune: tanti sono i giorni, dalla vittoria dell'8 giugno al parere dei revisori dei conti del 19 settembre, che il sindaco Marco Alessandrini ha impiegato per conoscere lo stato reale delle cose. E il verdetto dei revisori non ammette repliche: l'Amministrazione comunale è al limite del fallimento, in una situazione di pre-dissesto ormai conclamata. Dall'analisi certosina di tutte le voci di bilancio, i revisori hanno messo paletti strettissimi al sindaco e alla sua squadra almeno per i prossimi tre anni. Entro il 31 dicembre, tanto per cominciare, andranno ripianati 4 milioni e 200mila euro, poi bisognerà colmare ben altra voragine pari a circa 30 milioni nel biennio successivo. Morale: nei prossimi tre anni il Comune dovrà lavorare a una gestione di dissesto guidato, dedicandosi esclusivamente a tagliare la spesa senza poter contrarre alcun mutuo ex novo, mentre andranno avanti quelli già stipulati per progetti strategici (ad esempio il Ponte Nuovo). Dal punto di vista politico le conseguenze non sono meno pesanti perché una simile gabbia non consentirà alla Giunta di centrosinistra di avviare nessuno dei progetti che aveva in cantiere. Nella migliore delle ipotesi, cioè se entro il 2016 l'Amministrazione sarà riuscita ad azzerare il debito, avrà a disposizione solo gli ultimi due anni di mandato per realizzare qualcosa e ripresentarsi agli elettori nel 2019 con qualche risultato da esibire. Non c'è male come inizio di avventura per Alessandrini al quale si attaglia un'immagine tanto paradossale quanto beffarda: sembra che il giorno stesso del trionfo, mentre alzava le braccia in segno di esultanza, qualcuno abbia infilato al neo sindaco una camicia di forza contrassegnata dalle cifre del bilancio. Una camicia di forza dalla quale Alessandrini faticherà da matti a liberarsi e con lui tutta la Giunta. Una camicia di forza che sindaco e assessori, compresi tutti i consiglieri di maggioranza, addebitano alla gestione del centrodestra. Parole dure in proposito le ha dette uno che non è né assessore né consigliere, ma dirigente del settore Ragioneria, economato e tributi, ovvero Guido Dezio: «La situazione attuale è figlia della precedente amministrazione che, nonostante negli anni lo Stato abbia diminuiti drasticamente le risorse a favore dei Comuni, ha continuato a spendere come se quei soldi ci fossero ancora. Non solo, ma in bilancio sono state mmesse anno dopo anno cifre che esistevano solo sulla carta e che non sarebbero mai state incassate. Questo comportamento ha portato al pre-dissesto che ora i revisori dei conti hanno acclarato in maniera inequivocabile». Questo accade nonostante che Alessandrini e la Giunta abbiano alzato al massimo le aliquote di tutte le tasse. E quando l'assessore ai tributi Bruna Sammassimo ha improvvidamente parlato dell'ipotesi di aumentare anche le tariffe dei servizi a domanda individuale (mense scolastiche, impianti sportivi, musei e altre strutture pubbliche), il vice sindaco Enzo Del Vecchio è intervenuto in modo sollecito, battendo sul tempo lo stesso sindaco, per stoppare la collega e assicurare che «queste tariffe non saranno toccate, i cittadini possono stare tranquilli».