Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.944



Data: 20/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Carichieti commissariata, gelo sull’Abruzzo. Amministrazione straordinaria per l’ultima autonomia territoriale

CHIETI «Salve, sono Riccardo Sora, Banca d’Italia, posso parlare con il direttore generale?». Si è presentato così, il fulmine che ha azzerato l’ottavo piano in via Colonnetta: erano da poco passate le 10 quando l’ex manager bancario a riposo cooptato da palazzo Koch per le missioni speciali (tecnicamente è ancora amministratore straordinario di Tercas e Caripe) è uscito dall’ascensore e si è avviato a comunicare al d.g. Sbrolli e al Cda riunito d’urgenza che il ministero dell’Economia su proposta di Banca d’Italia, aveva commissariato Carichieti. Ovvero il fazzoletto di autonomia abruzzese, in tema di credito, rimasto dopo il disastro di Tercas e la collegata sterilizzazione di Caripe. E’ un terremoto dopo quanto sentito lunedì in Cda quando era circolato un primo documento arrivato da Roma. Confusa con il verbale ispettivo, in realtà era la lettera di contestazione alla gestione dopo i tre mesi di verifica di via Nazionale tra marzo e maggio scorsi: c’erano rilievi sui crediti deteriorati dal 21 al 28%, al lordo delle rettifiche. Questo era trapelato, tra larghi sospiri di sollievo.
La mazzata, invece, è arrivata ieri aggravata dalla motivazione del commissariamento che fa di Chieti un caso unico in Italia. Tecnicamente viene citato il comma 1, lettera A dell’articolo 70 del testo unico bancario, quindi «gravi irregolarità amministrative». Non c’è la lettera B, quella per le gravi perdite patrimoniali e questo viene confermato dalle parole del neocommissario nell’incontro tenutosi alle 15 a piano terra della sede di via Colonnetta con responsabili di staff e direttori di filiale. La «banca è patrimonialmente solida e liquida» ha detto, anche se da lunedì il rischio è quello di trovarsi a «fermare l’acqua con le mani». Visto che c’è, ridarà un occhio anche ai conti. Sciolti gli organi di amministrazione e controllo, con lui agiranno tre docenti universitari: Paolo Benazzo di Pavia, Maria Teresa Bianchi e Marco D’Alberti della Sapienza. Per il momento Sbrolli affianca il commissario. Perchè, anche questo raro, c’è aria frizzante intorno al caso di Chieti. Adusbef, l’associazione dei consumatori e correntisti bancari è stata durissima: «Banca d’Italia sta facendo terra bruciata delle banche del sud per favorire qualche banchiere amico agendo con criteri arbitrari e motivazioni poco trasparenti». Il riferimento è chiaro: il verbale 2012 era più imbarazzante di questo anche se gli addebiti attuale documentano debolezza e superficialità.
IL MOTIVO PRECISO

Gravi irregolarità amministrative, allora. La prima, l’atteggiamento omissivo del Cda nei confronti del precedente d.g. Tizio uscito nel 2010 per la vicenda Flashbank (con tre milioni di incentivo) nei confronti del quale non è stata mossa azione di responsabilità. Contestazione drastica, già sollevata nel 2012. C’è di ben peggio: secondo Bankitalia c’è un dipendente che condiziona le strategie esercitando potere diretto sulla governance. Il Messaggero lo aveva segnalato un paio di mesi fa: è Domenico Di Fabrizio, già autista di Remo Gaspari, poi dell’ex d.g. Di Tizio e infine dell’attuale d.g. Sbrolli. Banca d’Italia, con garbo, lo aveva messo all’indice già nel verbale di due anni fa parlando «semplicemente» - si fa per dire - di promozioni e incentivi non collegati a risultati o a mansioni svolte. Uscito dalla porta (la banca lo aveva «spinto» in pensione), è rientrato dalla finestra: si è fatto riassumere l’anno scorso. L’autista che guidava una banca: sembra il titolo di una storia impossibile ma Bisio ieri non si è visto a Chieti scalo. Era la realtà che ha superato la fantasia.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it