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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/09/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Ticket per disabili e anziani, pioggia di critiche su D’Alfonso: altra stangata

PESCARA. Una risoluzione urgente rivolta al presidente della Giunta e commissario ad acta per la Sanità in cui si chiede di sospendere l’efficacia dei due Decreti (91 e 92 dell’agosto scorso) che prevedono l’introduzione della quota di compartecipazione alle spese della riabilitazione per malati psichici, disabili e anziani non autosufficienti, ospitati nelle strutture private convenzionate.
Un ticket che varia dalle 33 alle 45 euro ai giorno che saranno chiamati a pagare le famiglie dei pazienti o i Comuni, ai cui spetta la competenza delle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria. Un salasso che varia da 1000 euro al mese (per anziani non autosufficienti) a 2 mila (per i disabili privi di sostegno familiare).
Nei giorni scorsi i sindacati hanno già mostrato le proprie perplessità e chiesto uno slittamento dell’applicazione del ticket e un confronto con il commissario Luciano D’Alfonso.

Oggi anche il centrodestra chiede al presidente di ripensarci così come chiede l’istituzione del fondo sociale a tutela dei più deboli e la conclusione del processo di riorganizzazione e di riconversione dell’offerta residenziale e semiresidenziale, azione ritenuta fondamentale per il raggiungimento del punteggio pieno per essere totalmente adempienti ai livelli essenziali di assistenza e uscire dal Commissariamento.
A presentare la risoluzione urgente, con la richiesta di un Consiglio regionale straordinario, è stato il gruppo di Forza Italia che oggi ha illustrato i dettagli nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo, Gianni Chiodi, Mauro Di Dalmazio (Abruzzo Futuro), Giorgio D’Ignazio (Ncd) e Nicoletta Verì che nella passata amministrazione ha ricoperto il ruolo di Presidente della V Commissione Sanità.
«Porteremo la discussione in Consiglio regionale – ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri - e a questo proposito voglio ringraziare i colleghi del Movimento 5 stelle che hanno sottoscritto la richiesta per una seduta straordinaria. Voglio ricordare che il primo atto del Governo Chiodi fu quello di cancellare il ticket a differenza dell’attuale amministrazione regionale targata D’Alfonso che lo ha reintrodotto. Si tratta della fotografia migliore di due modi di governare con il centrosinistra che conferma il suo il modus operandi: tassare per spendere».

CHIODI: «GRAVITA’ INAUDITA»
Per Gianni Chiodi il provvedimento varato dall’attuale Governo regionale «è di una gravità inaudita».
L’ex governatore, come aveva già detto nei giorni scorsi, è tornato a ribadire che lui non avrebbe mai adottato un provvedimento simile: «è una mazzata per le fasce più deboli, senza prima istituire un fondo da attribuire ai Comuni. Ci sono delle priorità da espletare come il completamento del piano di riconversione delle strutture riabilitative e quindi adeguare la rete assistenziale, un lavoro che era quasi ultimato quando sono andato via». L’Abruzzo infatti uscirà dal commissariamento solo quando riequilibrerà i posti letto richiesti per l’assistenza residenziale per anziani che oggi sono la metà e ridurrà i posti letto della riabilitazione che sono il triplo. «Quindi», ha fatto notare Chiodi, «è inutile mettere il ticket prima dell’adeguamento della rete assistenziale perché solo eliminando tale criticità si avrà l’adempimento pieno ai livelli essenziali di assistenza e quindi l’uscita dal commissariamento».

Per Mauro Febbo il presidente/commissario D’Alfonso starebbe disattendendo tutte le promesse fatte in campagna elettorale per quanto riguarda la Sanità e l’attenzione per la salute degli abruzzesi. «Basti pensare», ha sottolineato l’ex assessore regionale all’agricoltura, «che il cittadino stesso per avere le cure se le dovrà pagare con una spesa che varierà tra i 1.000 e i 1.500 euro. Inoltre si promettono finanziamenti ai Comuni, senza dire cifre o provenienza dei fondi e intanto il ticket entrerà in vigore nel silenzio assordante di tanti soggetti che dovrebbero tutelare i cittadini più deboli».

Nicoletta Verì, presidente della V Commissione Sanità nel Governo Chiodi ha dichiarato ha ricordato che entro il 30 novembre il Patto per la Salute apporterà modifiche ed integrazioni per quanto riguarda la quota di compartecipazione e quindi «sarebbe inutile presentare un provvedimento prima di quella data. Inoltre per quanto riguarda le priorità bisogna completare il piano di riconversione e adeguamento della rete assistenziale e va ultimata la riconversione dei pazienti fuori setting. Una proposta sensata riguarda l’assegno di accompagnamento dell’Inps che potrebbe essere finalizzato per coprire la quota di compartecipazione a carico delle famiglie».

MASTROMAURO: «UNA MAZZATA»
La richiesta di un passo indietro viene avanzata in queste ore a D’Alfonso anche dal sindaco Tiziana Magnacca. Anche perché sono in arrivo proprio in questi giorni le prime lettere da parte dei centri di assistenza e riabilitazione che comunicano le conseguenze del decreto commissariale sulla gestione dei ricoveri.
«Questo decreto rappresenta un passo indietro nelle politiche di attenzione alla non autosufficienza, che annulla gli sforzi finora sostenuti dalle famiglie e dalle istituzioni locali», protesta Magnacca. «Saranno vanificate tutte le iniziative volte a diffondere la cultura della socializzazione e dell’inclusione sociale e vi saranno problemi anche per l’occupazione di tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie che vedranno certamente diminuito il numero degli assistiti».
Il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, parla di «una mazzata» su famiglie e Comuni. «Mi chiedo», dice Mastromauro, «quale sarà il destino di quei disabili che non hanno una famiglia».
Il decreto prevede che qualora i familiari dei disabili non possano pagare, sarà il Comune di residenza a doversi fare carico. Ma è noto che i Comuni, tutti, finanziariamente sono in grosse difficoltà. Difficile, se non impossibile, fronteggiare anche questi pesantissimi oneri.
«Nel nostro caso», spiega il sindaco, «il Comune di Giulianova dovrebbe accollarsi le spese per i disabili in regime di residenzialità e di semiresidenzialità attualmente seguiti dalla Piccola Opera Charitas, dal Centro iperbarico di S. Atto e dell'ANFFAS. Parliamo di 240.000 euro all'anno. E tutto ciò dal 1 ottobre, cioè tra poco più di una decina di giorni».
Contrario anche l’assessore alle politiche sociali¸ Comune di Roseto degli Abruzzi, Alessandro Recchiuti: «è sbagliato chiedere soldi ai disabili e alle loro famiglie in un momento di grande difficoltà economica. In queste ore ho già raccolto la forte preoccupazione ed indignazione delle famiglie e degli operatori del settore, rimasti sconcertati da questa decisione che non esito a definire imbarazzante e che dimostra la scarsa sensibilità ed attenzione verso queste tematiche».

D’ALESSANDRO: «COMUNI NON SARANNO SOLI»
«Quello che oggi la minoranza ha denunciato in conferenza stampa è il solito scaricabarile, grave di per sé», commenta Camillo D’Alessandro, «per chi si è vantato a torto, di aver ben amministrato in passato questa Regione, e in questo momento lo è ancor di più visto che fa leva sulle fragilità di famiglie già tanto provate da problemi di salute dei propri cari».
«La scelta morale di fare opposizione sui drammi delle persone è così discutibile che non riuscirà a gettare ombre sul buon governo che l’attuale maggioranza dimostrerà di essere capace di esercitare», continua D’Alessandro. «I Comuni non verranno lasciati soli a gestire questa partita, e il servizio sanitario regionale farà in modo che a nessuno venga a mancare una risposta certa alla propria domanda di salute così come garantito dalla Costituzione all’Articolo 32. I cittadini comprenderanno che a metter ordine nel caos e nei disastri del centro desta è impresa ardua che richiede il giusto tempo e attenzione».
D’ALESSANDRO: «COMUNI NON SARANNO SOLI»

«Quello che oggi la minoranza ha denunciato in conferenza stampa è il solito scaricabarile, grave di per sé», commenta Camillo D’Alessandro, «per chi si è vantato a torto, di aver ben amministrato in passato questa Regione, e in questo momento lo è ancor di più visto che fa leva sulle fragilità di famiglie già tanto provate da problemi di salute dei propri cari». «La scelta morale di fare opposizione sui drammi delle persone è così discutibile che non riuscirà a gettare ombre sul buon governo che l’attuale maggioranza dimostrerà di essere capace di esercitare», continua D’Alessandro. «I Comuni non verranno lasciati soli a gestire questa partita, e il servizio sanitario regionale farà in modo che a nessuno venga a mancare una risposta certa alla propria domanda di salute così come garantito dalla Costituzione all’Articolo 32. I cittadini comprenderanno che a metter ordine nel caos e nei disastri del centro desta è impresa ardua che richiede il giusto tempo e attenzione».

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