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Data: 20/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tasse. Sconti fiscali nel mirino, il governo a caccia di 3 miliardi. Dai costi per la salute fino allo sport l’ipotesi di legare al reddito le detrazioni

ROMA Il dossier corre su un binario parallelo a quello dei tagli alla spesa pubblica. Ed è, se possibile, ancora più delicato. Da mesi, ormai, il Tesoro lavora a ipotesi, simulazioni e soluzioni, per recuperare risorse al bilancio pubblico attraverso le cosiddette «tax expenditures», lo sfoltimento della giungla degli oltre 700 sconti fiscali che erodono al gettito dello Stato di 250 miliardi di euro ogni anno. Il governo punta a recuperare dalla loro revisione almeno 3 miliardi di euro, soldi necessari ad evitare un taglio lineare di quelle stesse agevolazioni previsto dal governo Letta lo scorso anno. Nonostante le rassicurazioni del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, resterebbe sul tavolo anche una revisione della tassazione agevolata Iva al 4 e al 10 per cento. Non tanto attraverso un aumento dell’aliquota, quanto piuttosto tramite una revisione di alcuni regimi di esenzione, come per esempio quello «speciale» riservato all’agricoltura. Quest’ultimo settore in realtà, potrebbe essere chiamato anche ad altri contributi nell’ambito della revisione degli sconti fiscali. Dalle accise al reddito d’impresa, l’agricoltura da sola assorbe infatti 1,8 miliardi di euro. La leva delle tax expenditures è considerata, come detto, da manovrare con cura, soprattutto per le implicazioni politiche che alcune scelte potrebbero comportare. Come ha ricordato il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, «le detrazioni che possono dare il maggiore apporto sono anche quelle più sensibili». Gli sconti fiscali su lavoro dipendente, pensioni, familiari a carico e altre voci simili, assorbono oltre 80 miliardi di euro. La stessa delega fiscale, dalla quale deriva il progetto di revisione degli sconti, considera queste voci «intoccabili». Un capitolo sul quale da tempo si pensa invece di intervenire è quello delle cosiddette detrazioni al 19%.
LE SCELTE
Un elenco, che comprende gli sconti fiscali sulle spese sanitarie, sui mutui e su molte altre voci: dalle palestre alle spese funerarie. Complessivamente valgono 5,4 miliardi di euro. Il governo Letta aveva previsto una loro riduzione dal 19% al 17% poi rimandata e che, ora, dovrà trovare copertura nella legge di stabilità. Una delle ipotesi sul tappeto è quella di legare al reddito lo sconto fiscale. La detrazione del 19% resterebbe piena fino a una certa soglia (per esempio 30 mila euro), per poi decrescere a annullarsi. Un altro meccanismo, simile, agirebbe invece sulle franchigie, legando anche queste al reddito e ponendo un tetto massimo di detrazione. Una misura simile era stata ipotizzata due anni fa dal governo Monti, che aveva proposto di fissare per i redditi oltre 15 mila euro la franchigia sulle detrazioni a 250 euro con un importo massimo di 3 mila euro. Una misura che, secondo le stime di allora, avrebbe generato risparmi per 1,2 miliardi di euro. Al Tesoro non ci sarebbero ancora posizioni definitive e le ipotesi sono ancora tutte sul tappeto. La decisione finale dipenderà da quanti risparmi effettivi e quantificabili riuscirà a garantire la spending review. Più saranno i risparmi di spesa minore sarà la manovra sulle agevolazioni fiscali. Le tax expenditures, tuttavia, secondo le stime contenute nell’ultimo rapporto del Fondo Monetario, potrebbero dare un apporto di quasi 13 miliardi di euro alla manovra del governo. Un risultato che, sempre secondo un documento del Fmi, andrebbe ottenuto mettendo mano anche a quelle voci considerate intoccabili da Roma.

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