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Data: 20/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tasi sulla prima casa più cara dell’Imu in una città su due

ROMA Tasi sull’abitazione principale più cara dell’Imu 2012 in una città capoluogo su due ed anche per una famiglia su due, nello stesso ambito geografico. Le conclusioni a cui arrivano due separate analisi sulla nuova tassa sui servizi indivisibili sembrano indicare un complessivo risultato di pareggio per il contribuente (perché rigirando gli stessi dati, in un caso su due su pagherà invece di meno). Ma al di là di queste indicazioni medie, comunque legate a determinate ipotesi sul tipo di abitazione, il quadro delle decisioni prese dai Comuni segnala in generale un potenziale svantaggio per gli immobili di basso valore catastale e per quelli in cui risiedono famiglie numerose.
L’altro ieri 18 settembre scadeva il termine per la pubblicazione sul sito del Dipartimento delle Finanze delle delibere comunali (inviate entro il 10 settembre). È così possibile avere un quadro definitivo delle città e dei paesi nei quali si andrà a pagare la tassa entro il 16 ottobre; ed anche individuare alcune tendenze generali, come hanno fatto la Cgia di Mestre ed il Dipartimento politiche territoriali della Uil.
Sono 5.566 i Comuni nei quali i cittadini - dopo aver eseguito i necessari conteggi, dovranno fare il proprio versamento nelle prossime quattro settimane, non solo per la prima casa ma anche per gli altri immobili. In altri 2.178, che avevano preso le proprie decisioni per tempo, si era già pagato a giugno. In quelli che restano, poche centinaia, si verserà tutto insieme a dicembre con l’aliquota base dell’1 per mille.
LA SITUAZIONE DELLE FAMIGLIE
I contribuenti si chiedono naturalmente se il nuovo tributo comporterà per loro un aggravio rispetto alla precedente Imu in particolare per quel che riguarda l’abitazione principale. Il confronto va fatto non con lo scorso anno (in cui l’Imu sulla prima casa non è stata pagata o è stata pagata in misura ridotta) ma con il 2012. L’esito del paragone dipende, oltre che dalle scelte delle amministrazioni, essenzialmente da un paio di variabili: la rendita catastale dell’immobile e la situazione familiare dei residenti. La Cgia di Mestre ha definito in ciascuna città capoluogo di provincia la rendita catastale media ed ha applicato aliquote e detrazioni indicate nelle delibere.
Nel caso in cui nell’abitazione ci sia un figlio residente, il conto finale risulta più pesante in un Comune su due, e dunque più leggero nell’altra metà delle città. Per le famiglie senza figli invece la Tasi risulterà meno onerosa dell’Imu in due comuni su tre. La differenza dipende dal fatto che con l’Imu insieme alla detrazione generica ne era prevista una specifica (50 euro) per ciascun figlio, che solo pochissimi Comuni hanno mantenuto nella Tasi. In testa alla classifica dei rincari (nel caso del nucleo con figlio) ci sono Vercelli, Isernia e Mantova, che faranno pagare tra i 170 e i 198 euro in più. Le città in cui il passaggio dal vecchio al nuovo risulta più vantaggioso sono invece Roma (269 euro), Brindisi (310), Torino (312) e Siena (349).
Sono apparentemente simili i risultati a cui arriva la Uil politiche territoriali, che però esegue un’analisi leggermente più complessa considerando un campione di 420 famiglie residente nei capoluoghi di provincia, e arrivando alla conclusione che il 54 per cento dei nuclei pagherà di più. L’importo medio è leggermente più basso: 219 euro contro i 223 pagati due anni fa per l’Imu. Ma la Uil fa osservare che il carico sarà diversamente distribuito, perché nonostante le detrazioni messe in campo risulteranno un po’ penalizzati i proprietari di abitazioni di basso valore catastale, che in precedenza erano esenti o pagavano pochissimo, mentre il vantaggio sarà più consistente per quelle di valore elevato.
LA CAUTELA DEI COMUNI
Infine l’Anci: l’associazione dei Comuni invita alla cautela sulle cifre e sui confronti con l’Imu. Rinviando ad una valutazione più completa che arriverà nelle prossime settimane, i sindaci fanno notare che in circa 2.500 Comuni nei quali si è deliberato entro maggio il gettito complessivo della Tasi sull’abitazione principale si è ridotto del 30 per cento rispetto a quello dell’imposta pagata nel 2012.

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