La Cgia aggiorna la classifica estendendola a 97 città
Le famiglie con un figlio pagheranno 319 euro (più 64%)
TERAMO Scende qualche gradino nella “lista nera” delle città più tartassate dalla Tasi ma la sostanza resta più o meno la stessa: a Teramo l’introduzione della tassa sui servizi indivisibili rischia di trasformarsi nella più classica delle stangate. A confermarlo per la seconda volta è la Cgia di Mestre (l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese) che già una decina di giorni fa aveva assegnato a Teramo la settima posizione tra i Comuni con i rincari più alti nel passaggio dall’Imu del 2012 alla Tasi. Il report era però provvisorio e monitorava appena 76 Comuni. Ieri è arrivato il secondo rapporto esteso a 97 città, quelle cioè che entro il 18 settembre hanno comunicato al dipartimento delle Finanze le delibere relative alla tassa. La nuova classifica vede Teramo al decimo posto se si considera l’ipotesi dei proprietari di prime case con un figlio convivente. In questo caso i teramani pagheranno in media 319 euro di Tasi, 125 in più rispetto al 2012 con un aggravio del 64%. Più fortunati i “vicini” aquilani (non disponibili i dati su Pescara e Chieti) che dovranno sborsare “solo” 92 euro in più. La seconda proiezione riguarda i proprietari di prima casa ma senza figli conviventi. Qui Teramo è 11esima, con un prelievo medio di 319 euro, 75 in più del 2012 (+31%). L’Aquila è 16esima (+42 euro) mentre, in entrambe le classifiche la città con i rincari maggiori è Vercelli e quella meno “tartassata” è Siena. I dati della Cgia partono dalla rendita catastale media e prendono in considerazione un’abitazione di tipo civile A2 – la categoria più diffusa – e le aliquote e detrazioni previste nelle delibere comunali. «L’indagine», commenta però l’assessore comunale al bilancio, Eva Guardiani, «tiene conto solo del parametro adottato per il calcolo della vecchia Imu, il numero dei figli, ma non del reddito Isee da noi utilizzato per le detrazioni. Solo dopo la prima rata del 16 ottobre sapremo quanto stanno pagando i teramani e, se necessario, faremo modifiche al regolamento Iuc senza snaturare il documento passato in consiglio».