Affari loro il voto del 12 ottobre per la nuova Provincia. Se la sbrigheranno i partiti e gli amministratori dei 46 Comuni chiamati per la prima volta ad elezioni di secondo livello, dopo l’entrata in vigore della legge di riforma. I cittadini, per una volta, resteranno a casa ed è difficile immaginare che qualcuno possa avere nostalgia delle urne dopo la grande abbuffata del 25 maggio scorso. Una sfida tra i due grandi blocchi del centrodestra e del centrosinistra iniziata ieri con la presentazione delle liste dei candidati. Il M5S ha infatti deciso di non scendere in campo per giocare una partita dove il cittadino, questa volta, è fuorigioco per decreto. Così la sfida per il nuovo presidente è a due, tra l’uscente Guerino Testa (centrodestra) e il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Antonio Di Marco (centrosinistra). Chi vince resterà in carica per quattro anni, e non più cinque, ma senza percepire alcuna indennità. La giunta non ci sarà più, mentre i consiglieri da eleggere saranno soltanto undici, anche loro su indicazione dei sindaci, dei consiglieri comunali e dei consiglieri provinciali uscenti, ma limitatamente a questa prima tornata. Anche i consiglieri provinciali, così come il presidente, non percepiranno indennità: dovranno accontentarsi di semplici rimborsi spese per trasferte e missioni. Inoltre dureranno in carica due anni e non più cinque.
I NOMI DELLE LISTE
Ecco la lista dei candidati consiglieri del centrodestra: Anthony Aliano, Gianfranco De Massis, Ernesto De Vincentiis, Barbara Di Giovanni, Vincenzo D'Incecco, Mario Giuseppe Lattanzio, Maria Felicia Maiorano Picone, Sandro Marinelli, Ettore Pirro, Augusto Recchia, Graziano Zazzetta.
I candidati consiglieri del centrosinistra: Luciano Di Lorito, Vincenzo Catani, Feliciano D'Ignazio, Franco Galli, Leila Kechoud, Davide Morant, Ennio Napoletano, Annalisa Palozzo, Silvana Sarra, Gianni Teodoro, Francesco Zampacorta.
Sia Testa che Di Marco hanno dovuto attraversare i mal di pancia delle rispettive coalizioni prima della designazione ufficiale. Forza Italia, il maggiore azionista del centrodestra, ha convinto tutti a rinunciare ai simboli di partito, un po’ per evitare attriti interni dopo gli strascichi lasciati da regionali e amministrative, un po’ per sfruttare la trasversalità che spesso caratterizza i territori della provincia. Così ha deciso di presentarsi al voto con la lista civica Provincia prima. Lo stesso Testa, esponente del Ncd, spiega di essere stato convinto a riproporre il suo nome proprio da questo progetto: «È un percorso prettamente civico che affronto su suggerimento di molti sindaci. Qualcuno mi ha chiesto di fare da traghettatore in un momento così delicato, anche per mettere a frutto l’esperienza maturata in questi anni». Una sfida che nel Pd ha invece assunto i toni di un vero e proprio congresso prima che si trovasse la quadra fra i tre principali pretendenti alla candidatura: il capogruppo uscente Antonio Di Marco, il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito e quello di Città Sant’Angelo, Gabriele Florindi. Alla fine l'ha spuntata l’uomo di Luciano D’Alfonso, con buona pace della segretaria di Federazione, Francesca Ciafardini: «Sono contenta della scelta di forza e della compattezza che il Pd è riuscito ad esprimere. La linea di un unico candidato presidente, con una lista forte e rinnovata di consiglieri rappresentativi di tutta la provincia, è stata perseguita da me fin dall’inizio e si è realizzata grazie alla collaborazione degli amministratori e di tutto il partito provinciale. Sono anche contenta di poter dire che il Pd ha indicato tre donne su otto dei suoi candidati».