PESCARA Dopo l'incontro di ieri con i sindacati, l'assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, parla di parziale accordo raggiunto sulla questione dei ticket per la riabilitazione: «Il tema che è stato posto dalle organizzazioni di categoria riguarda il modo di disciplinare il fondo che la Regione metterà a disposizione per coprire i costi della compartecipazione, vale a dire 5 o 6 milioni di euro da qui al 31 dicembre». Dunque, si può dire che c'è già un mezzo via libera? «Il sindacato vuole partecipare al processo di riconversione delle strutture -precisa l'assessore- Ritiene la questione delicata, ma sa anche che la compartecipazione ai costi della riabilitazione è la condizione sine qua non per uscire dal commissariamento».
La sintesi del tavolo di ieri con le parti sciali è un po' questa: i soldi a copertura parziale dei ticket ci sono, almeno per il 2014, anche se non è ancora chiaro se saranno i Comuni a gestirli o se ci penserà direttamente la Regione, mentre spetterà ai sindacati approfondire i criteri di erogazione dei contributi, partendo ovviamente dalle fasce di utenza più deboli. Un accordo di massima che adesso dovrà essere definito in tutti i dettagli.
LA POLEMICA CON CHIODI
Intanto l'ex commissario-governatore Gianni Chiodi riapre la polemica sui ticket dopo le accuse lanciate nei suoi confronti dal sottosegretario alla presidenza della giunta D'Alfonso, Camillo D'Alessandro: «E' vero che la compartecipazione alle spese della riabilitazione è un obbligo imposto da direttive nazionali, ma un commissario alla Sanità -ammonisce Chiodi- che è anche il presidente di una Regione, la impone ai suoi cittadini solo quando la ritiene strettamente necessaria e solo dopo avere tutelato le fasce più deboli, che potrebbero essere costrette a rinunciare alle cure». Altra preoccupazione dell'ex governatore: «Introdurre un ticket sulla riabilitazione, senza prevedere un fondo sociale per i Comuni, e quindi tagliare i contributi alle strutture che li assistono, verrebbe a creare un circolo vizioso in cui le strutture stesse non riusciranno a mantenere gli standard richiesti». A detta di Chiodi, alcuni dei centri specializzati nella riabilitazione potrebbero essere addirittura costretti a licenziare i propri dipendenti.
La replica di Paolucci: «La legge sulla compartecipazione alle spese di riabilitazione esiste dal 2001. Chiodi la conosceva bene e ha sempre saputo che la sua applicazione era una delle condizioni fondamentali per uscire dal commissariamento. Ma lui ha sempre detto di voler continuare a fare il commissario. Infatti, coerentemente con questo suo desiderio, non l'ha mai applicata».
Replica anche D’Alessandro: «Qualche giorno fa un cittadino mi ha chiesto con aria incredula: perché Chiodi parla ancora, se ha avuto sessantasei mesi di tempo per risolvere i problemi? Chiodi non ha risanato proprio nulla, anzi mancano all’appello 150milioni di euro nel bilancio sanitario. Quanto alla riduzione delle tasse, era finta! Chiodi ne era consapevole visto che era prevista in una legge approvata in tempi scaduti. Infine l’obbligo della compartecipazione non è stato risolto, anzi rimandato, dunque acuito. Ora Chiodi taccia, se ce la fa, per qualche mese e vedrà come saremo noi quelli che garantiscono i cittadini, non lasciano soli i Comuni , garantendo la riduzione fiscale e favorendo nuovi investimenti».