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Data: 28/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
D’Alfonso lancia Di Marco «Riprendiamoci la Provincia». Il governatore: «Quella del 1995 fu la madre di tutte le vittorie»

Dove eravamo rimasti? Il Pd vuole riprendersi con Antonio Di Marco la Provincia che ha guidato ininterrottamente per quindici anni prima di cedere il passo, nel 2009, al centrodestra di Guerino Testa. «Ciò che accadde la volta scorsa è figlia di un capriccio degli Dei», ha detto ieri Luciano D'Alfonso. Anche se il 12 ottobre l'elezione del nuovo presidente e dei dodici consiglieri sarà solo un affare della politica con l'entrata in vigore della legge di riforma degli enti intermedi. A votare saranno infatti solo i sindaci dei 46 comuni e i consiglieri provinciali uscenti: per una volta i cittadini saranno dunque spettatori passivi di quel che accadrà dentro le urne.
Nonostante tutto, ieri mattina il centrosinistra si è presentato nella sala Figlia di Iorio con i suoi più alti rappresentanti per annunciare ufficialmente i suoi candidati: dal presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ai parlamentari del Pd Vittoria D'Incecco e Antonio Castricone, al deputato e leader di Sel, Gianni Melilla. Nella coalizione che sosterrà la candidatura a presidente di Antonio Di Marco, capogruppo uscente del Pd e sindaco di Abbateggio, sono saldamente incardinati anche la Lista Teodoro e Abruzzo Civico. Dunque, la riproposizione dell'alleanza che ha vinto le elezioni regionali e amministrative del 25 maggio scorso. Francesca Ciafardini, segretaria di Federazione del Pd, tira un sospiro di sollievo perché nel suo partito il percorso che ha portato alla candidatura di Di Marco è stato preceduto dalle solite fibrillazioni: «Sono contenta per la compattezza e la grande prova di maturità dimostrata dal Pd e da tutto il centrosinistra». Anche per Gianni Melilla la sconfitta del 2009 è «una ferita da sanare», mentre D'Alfonso fa un altro tuffo nella memoria, definendo quella del 1995 «la madre di tutte le vittorie», quando lui, a soli 29 anni, divenne il più giovane presidente delle Province d'Italia. Poi ci pensa il deputato Antonio Castricone a riportare tutti con i piedi per terra, ricordando proprio al presidente della Regione che le deleghe che saranno affidate alle Province dovranno essere «accompagnate dalle risorse».
Un altro tema è infatti proprio quello delle nuove funzioni che saranno attribuite all'ente di Palazzo dei marmi. Il Governo nazionale ha già stabilito che questo sarà affare delle singole Regioni: il compito di distribuire le deleghe alle Province spetterà a loro. Su questo D'Alfonso non è però entrato nei dettagli, limitandosi a una battuta: «Le Province avranno tantissime deleghe». Ma ha anche ricordato che la Regione ha solo funzioni di indirizzo e di programmazione, facendo un elenco di ciò che dovranno fare i nuovi enti: «Oggi per raggiungere alcuni centri delle zone interne ci vuole il cavallo». Dunque, la viabilità sarà ancora una prerogativa delle Province. Poi i fiumi: «Una infrastruttura naturale che oggi vive nel disinteresse di tutti». E ancora: «Politiche in grado di attrarre investimenti, anche con adeguati strumenti urbanistici». Quindi un ultimo appello: «Fatevi carico dei piccoli Comuni». Dal canto suo Di Marco ha tracciato nella innovazione, nelle politiche del lavoro e nei servizi pubblici per l'impiego le tre azioni indispensabili al rilancio economico-produttivo del territorio provinciale. Il nuovo presidente durerà in carica quattro anni, e non più cinque. I consiglieri soltanto due. Nessuno percepirà l'indennità di carica. Ma è già campagna elettorale.

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