ROMA Estendere il bonus Irpef, gli 80 euro al mese, anche alle famiglie numerose in cui però vengono superati magari di poco i previsti limiti di reddito.. Su questo sta ragionando il governo mentre si susseguono gli incontri tecnico-politici tra Palazzo Chigi e via XX Settembre per mettere a punto sia la nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) con le nuove stime macroeconomiche.
Sia la legge di Stabilità che dovrà essere presentata a Bruxelles e che dal prossimo anno attuerà le politiche economiche del governo Renzi. Con l'obiettivo soprattutto di far ripartire l'economia, dar impulso alla ripresa. E in ultima analisi anche garantire stabilità all'aggiustamento dei conti pubblici italiani (sul fronte del deficit e su quello del debito).
Per quanto riguarda le famiglie si riparte da quanto fissato durante il percorso parlamentare del decreto sugli 80 euro. Allora non c'erano risorse sufficienti per allargare il bonus anche alle famiglie. Ma il governo si impegnò formalmente a valutare l'ipotesi in sede di manovra. Insieme anche alla richiesta (del Nuovo Centro Destra) di allargare la platea dei beneficiari agli autonomi e ai pensionati.
Ma per fare tutti questi interventi ci vorrebbero molto più dei 10 miliardi preventivati. E, soprattutto per le famiglie, l'intervento (essendo una riduzione del carico fiscale sul lavoro) potrebbe rivelarsi poco incisivo (ad esempio il bonus non arriverebbe ad una famiglia numerosa nella quale però i genitori sono disoccupati).
LE DETRAZIONI
Quindi si studiano anche altre formule: «sicuramente, - spiega il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta - quello dell'intervento fiscale anche a favore delle famiglie è uno dei temi che però va collegato ad un dibattito più completo. Bisogna pensare, ad esempio, se si fa o non si fa il quoziente familiare, che è uno dei temi irrisolti nel dibattito italiano».
Come noto il quoziente familiare, ad esempio sul modello francese, sarebbe troppo oneroso. Ma, ad esempio, si potrebbe agire sugli sconti fiscali riequilibrando il carico a costo zero per l'erario. Ad esempio aumentando la detraibilità delle spese mediche per le famiglie meno ricche e azzerandola arrivati ad un certo tetto di reddito. Oggi infatti la detrazione è prevista per tutti fino al 19% indipendentemente dal reddito.
IL NODO IRAP
Tra le altre misure allo studio, sul fronte delle imprese, ci sarebbe come noto un ulteriore taglio all'Irap (già abbattuto del 10%), oppure un meccanismo diverso: la deducibilità dall'imposta del costo del lavoro, sul modello Ires. Moltissime al momento le ipotesi sul tavolo di Pier Carlo Padoan che lavora a stretto gomito con il premier. Tra queste sarebbe allo studio anche un'ulteriore sforbiciata alle spese correnti delle Regioni mentre il grosso dei risparmi arriverebbe dalla spending review e, ad esempio, dalla razionalizzazione della enorme galassia delle partecipate locali già delineata dal commissario Carlo Cottarelli. Sempre per reperire risorse fresche (per rilanciare investimenti e quindi occupazione) Baretta annuncia anche una sorta di trattativa in corso con le casse previdenziali e i fondi pensione affinchè «una parte di quegli investimenti che oggi sono concentrati nel debito pubblico italiano e straniero vengano invece orientati a sostegno dell'economia e dell'occupazione».
Intanto il consiglio dei ministri dovrebbe occuparsi della nota di variazione del Def il prossimo 1 ottobre: sembra già scontato il peggioramento delle stime. La crescita 2014 verrebbe fissata a -0,3/-0,4%; il rapporto deficit/Pil a -2,8/2,9% (comunque sotto il 3%) e di conseguenza il pareggio di bilancio sarebbe rinviato al 2017. Ma il quadro programmatico dovrà comunque ricevere l'ok di Bruxelles che però probabilmente obietterà all’ipotesi di un rinvio del cosiddetto “obiettivo di medio termine” del nostro Paese.