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Pescara, 24/11/2024
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29/09/2014
Corriere della Sera
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Verso la mobilitazione del 25 ottobre - Jobs act, i sindacati cercano l’intesa Incontro lunedì tra Cgil, Cisl e Uil |
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Le prime linee di Cgil, Cisl e Uil, con i leader dei tre sindacati, si vedranno lunedì mattina per valutare se ci sono i margini per una posizione unitaria sul Jobs act del governo Renzi e in particolare sullo scontro sull’articolo 18. L’incontro, a quanto trapela, è stato fissato in mattinata, alle 10,30 nella sede della Cisl. Per tutta la domenica, il tema della riforma del lavoro e dell’articolo 18 ha dominato i media. Un botta e risposta tra le parti, che ha fatto registrare posizioni sempre più accese.
Dibattito rovente
Il dibattito nel frattempo assume toni sempre più aspri. Il premier Matteo Renzi ha alzato il tiro fin dalla mattina con le sue dichiarazioni, dal sapore di provocazione: «Cambieremo lo Statuto dei lavoratori pensato 44 anni fa. È come se uno cercasse di mettere il rullino in una macchina fotografica digitale: sono due mondi che non dialogano...». Il primo “sì”, convinto, Renzi l’ha incassato dal ministro Angelino Alfano, ospite di Maria Latella a «L’Intervista» su Skytg24.. «Renzi propone cose giustissime. Io non voglio giocare al rilancio ma la riforma del lavoro dovremmo farla subito e per decreto», ha dichiarato il ministro e leader del Nuovo centrodestra. «Trovo naturale, fisiologico, direi quasi doveroso che Forza Italia voti per la riforma del mercato del lavoro».
Maurizio Sacconi : «Basta con le consorterie e i salotti»
Il capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi, punta il dito contro i privilegi delle corporazioni. «Dall’articolo 18 non si torna indietro rispetto alla mediazione realizzata nella maggioranza. Semmai, per fare lavoro, si può andare ancora più avanti. I riformismi di destra e di sinistra si incontrano dimostrando capacità di decidere sulla nuova Costituzione come sul lavoro. Così si riafferma il primato della politica su corporazioni, consorterie, salotti che in questi ultimi anni sono stati viziati dalla politica debole».
Forza Italia: «Superare i vincoli e semplificare»
Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario Forza Italia alla Camera raccoglie l’assist di Alfano e dichiara: «L’abolizione dell’articolo 18 è sempre stato nei nostri programmi di Governo. Siamo quindi pronti a votare qualunque emendamento ne preveda il netto superamento senza ambiguità. Come abbiamo sempre detto, dobbiamo lavorare» ha detto Gelmini «per la creazione di un mercato del lavoro flessibile e trasparente, che liberi le aziende da ogni vincolo che impedisca loro di creare occupazione. Ci auguriamo che Renzi non ripeta l’esperienza del decreto con cui ha cercato di liberalizzare il contratto a termine e di semplificare l’apprendistato. L’ottimo testo iniziale è stato peggiorato nel passaggio parlamentare con una trattativa al ribasso che non ha fatto bene né alle imprese né ai lavoratori».
Camusso: «Renzi non risponde alle nostre telefonate»
Di tutt’altro avviso, rispetto alle dichiarazioni qui elencate finora, quelle di Susanna Camusso, segretaria Cgil, fortemente critica nei confronti del Governo: «Ho chiamato il centralino di Palazzo Chigi per parlare con Renzi, ci hanno risposto sempre segretarie molto gentili, ma non abbiamo parlato con lui. L’avevamo cercato anche per venire al Congresso, e non è venuto». L’esponente Cgil prende atto che «il premier non pensa di avere relazioni con le organizzazioni sindacali. Da Confindustria, al contrario, riceve documenti e recepisce suggerimenti». Camusso ha dichiarato di aver tentato di estendere, senza esito, la tutela dell’articolo 18 a tutti i lavoratori e che «Il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento per motivi discriminatori «non è un’apertura del premier, bensì un diritto universale, che non è mai stato in discussione».
Landini: «L’articolo 18 è un falso problema»
Ancora più decisa la posizione di Maurizio Landini, segretario Fiom che ha risposto alle domande di Maria Latella su Skytg24,. «Non capisco perché si vuole aprire un conflitto di questa natura sull’articolo 18: ci stiamo concentrando su un falso problema. Il nodo è il lavoro che non c’è. E se in Italia c’è la disoccupazione, è perché non ci sono investimenti, non certo perché c’è l’articolo 18». Anzi, dice Landini, «L’articolo 18 andrebbe esteso a tutti, perché tutela la libertà della persona e impedisce i licenziamenti illegittimi. Sostituire questo diritto vuole dire mercificare tutto». Il segretario Fiom mette poi in guardia il Governo. «Il Partito Democratico “può decidere quello che vuole, Renzi può pensare di fare decidere al Parlamento queste leggi folli sul lavoro”, ma «deve sapere che noi come sindacato non ci fermiamo. Di fronte a leggi sbagliate, ricette vecchie, ci siamo stancati: basta continuare a dire che il problema dell’Italia è che i lavoratori hanno troppi diritti. È vero il contrario».
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