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Data: 29/09/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Ticket sulla riabilitazione: ecco chi ha diritto agli aiuti. Il disciplinare per la compartecipazione in vigore dal 1° ottobre. Nel 2014 la quota per i redditi bassi è coperta per intero dalla Regione

Molti Comuni abruzzesi tra oggi e i prossimi giorni presenteranno ordini del giorno contro l’introduzione dei ticket per la disabilità. A fare da apripista i quattro capoluoghi di provincia con gli atti presentati dai capigruppo di Forza Italia in Consiglio comunale: Chieti (Emiliano Vitale), Pescara (Marcello Antonelli), Teramo (Alessia De Paulis) e L'Aquila (Guido Liris). All'iniziativa hanno aderito anche i rappresentanti di Ncd e delle altre liste civiche. «Questo» spiegano i Consiglieri Per Forza Italia si tratta di un passaggio importante in attesa della seduta straordinaria del Consiglio regionale che si riunirà domani proprio per discutere la risoluzione urgente presentata da Forza Italia e sottoscritta dagli altri partiti dell'opposizione. L’opposizione chiede di sospendere l’efficacia dei provvedimenti. Anche la maggioranza presenterà un proprio ordine del giorno che sarà illustrato oggi in conferenza stampa.di Antonio De Frenza wPESCARA Tra due giorni, il 1° ottobre, sarà introdotto il regime della compartecipazione per la disabilità riferita alle prestazioni riabilitative semiresidenziali e residenziali di lungodegenza. La cosiddetta compartecipazione, il ticket (richiesta da una legge nazionale e dalla cui applicazione dipende anche l’uscita della Regione dal commissariamento della Sanità) riguarda i disabili, gli anziani non autosufficienti, i pazienti affetti da morbo di Alzheimer (assistiti nelle Rsa); i disabili fisici, sensoriali, psichici (assistiti nelle Ra), le persone con problemi psichiatrici seguite da strutture a più alta intensità assistenziale (strutture semiprotette e case famiglia). I ticket vanno da un minimo di 20 euro al giorno per un disabile medio-grave in assistenza semiresidenziale (la tariffa completa è di 67,44 euro al giorno), a un massimo di 86 euro al giorno per un disabile grave privo di sostegno familiare (la tariffa piena è di 144 euro al giorno). I ticket sono a carico dell’assistito o parzialmente a carico del Comune di residenza, in base al reddito dell’assistito. Nel caso dell’Abruzzo, anche la Regione partecipa alla compartecipazione, coprendo parte della spesa. Nel 2014 l’assessore al Bilancio, che è anche assessore alla Sanità Silvio Paolucci ha stanziato 4 milioni di euro, destinati a coprire la compartecipazione degli assistiti che non raggiungono un reddito sufficiente. Nel 2015 questa quota salirà a 15 milioni, nel 2016 sarà di 12 milioni (la riduzione della quota è dovuta alla riorganizzazione delle strutture, alla riduzione dei ricoveri inappropriati e all’eliminazione di alcuni comportamenti opportunistici da parte delle famiglie). Complessivamente dal prossimo anno la Regione coprirà il 50% del ticket. Una bozza di disciplinare prodotto dagli uffici regionali, dispone la compartecipazione a carico dell’utente o del Comune in base al reddito Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) dell’assistito. La soglie Isee per chiedere la contribuzione alla spesa da parte del Comune sono di un massimo di 13 mila euro annui per gli adulti disabili gravi e anziani non autosufficienti (il reddito riguarda il solo assistito); e di un reddito familiare non superiore a 30mila euro l’anno in caso di minori con disabilità. Nel reddito Isee non viene conteggiata la prima casa di proprietà utilizzata come abitazione principale. I Comuni hanno comunque la possibiltà di superare questa soglia fissando con un proprio regolamento un sistema di compartecipazione progressiva per redditi Isee compresi tra 13mila e 20 mila euro per gli adulti e tra 30 mila e 35 mila euro per i minori. È evidente, stando ai redditi medi della popolazione abruzzese, che il 90 per cento degli assistiti potrà avvantaggiarsi del contributo comunale. Resteranno fuori i redditi più alti, ai quali le strutture fattureranno direttamente il ticket. L’utente sotto la soglia Isee partecipa comunque a una quota della compartecipazione. E in attesa di vedere come si inserirà in questo caso il contributo regionale, il disciplinare stabilisce che la quota mensile a carico dell’utente sarà pari al reddito mensile netto Isee disponibile, al quale va detratta a favore dell’assistito una quota del 20% del trattamento pensionistico Inps, detta “quota di salvaguardia”. L’utente compartecipa alla spesa anche versando l’eventuale indennità di accompagnamento che per questo verrà calcolata nel reddito netto. Dunque non si verificheranno più casi in cui una famiglia ricovera in una residenza assistita, gratuitamente, un anziano non autosufficiente incassando l’accompagnamento. L’accompagnamento però non verrà calcolato in caso di assistenza semiresidenziale e dunque resta in carico alla famiglia. Nel caso di un minore, il Comune copre tutta la quota di compartecipazione, detratto l’accompagnamento. Per l’applicazione di questo disciplinare, sia gli utenti che i Comuni, che le Asl, dovranno essere molto efficienti. L’utente dovrà chiedere al proprio Comune l’accesso al contributo, i Comuni dovranno rendicontare alle Asl per ottenere le loro quote. Il disciplinare è detto giustamente “sperimentale”, perché qualche aggiustamento si renderà necessario.

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