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Pescara, 24/11/2024
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Data: 30/09/2014
Testata giornalistica: Il Tempo
La Triplice discute. Ma non si mette d’accordo. Cgil, Cisl e Uil si danno appuntamento al vertice europeo. I Cobas scioperano il 14 novembre

Sindacati indecisi a tutto: mentre la «Trimurti»: Cgil, Cisl e Uil continuano a confrontarsi senza arrivare ad alcun risultato, Cobas & co. preparano gli scioperi. Ieri al termine dell’incontro sul Jobs Act tra i leader delle tre sigle sindacali, durato più di tre ore, è stato comunicato che «Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di proseguire il confronto per l’elaborazione della piattaforma unica» sui temi del lavoro. Ma per il momento nulla di fatto.

«Cgil, Cisl e Uil - si legge in una nota - hanno preparato la riunione del 6 ottobre a Roma, alla quale parteciperanno la Ces e tutti i sindacati europei, in vista del vertice dei governi europei sull’occupazione programmato a Milano per l’8 ottobre». Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine dell’incontro con gli altri leader è apparsa fiduciosa: «È stata una discussione molto utile e interessante: abbiamo deciso di continuare a discutere». A chi le ha chiesto di un’intesa sui temi del lavoro, ha risposto: «Sì, non c’è una notizia di divisione». Fiducioso anche Angeletti: «Non ci divide nulla, ma non possiamo discutere sulla marea di dichiarazioni molto diverse e cangianti del governo».

I Cobas, invece, hanno convocato, insieme alla Cub, all'Usi e all'Adl Cobas, lo sciopero generale di tutto il lavoro dipendente, pubblico e privato, per l'intera giornata di venerdì 14 novembre. Le sigle sindacali hanno comunicato che «sciopereremo in molte forme e manifesteremo in tante città contro le politiche economiche, sociali e del lavoro del governo Renzi e della UE; contro il Jobs Act, l’abolizione dell’articolo 18, l’attacco allo Statuto dei Lavoratori, la precarietà e il lavoro gratuito (modello Expo); contro il Piano Renzi per la scuola, per l’assunzione di tutti i precari/e docenti ed Ata; per l’abolizione della Legge Fornero e dei contratti atipici, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, consistenti aumenti di salari e pensioni, il reddito garantito e il salario minimo, salute e sicurezza nei posti di lavoro, l’assunzione degli ex-Lsu; contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego, per massicci investimenti nella scuola, sanità, trasporti e servizi pubblici; contro le privatizzazioni, le Grandi opere dannose e la distruzione del territorio, per la difesa dei Beni comuni e il diritto all’abitare; contro il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio inserito nella Costituzione». E anche contro «l’accordo del 10 gennaio 2014 tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, per la difesa della democrazia nei posti di lavoro e del diritto di sciopero; contro la guerra che sta coinvolgendo l’Europa e l’Italia, le spese militari e il riarmo, le basi Usa-Nato; per la parità di diritti ai migranti e asilanti».

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