ROMA La Cgil spinge per la mobilitazione unitaria, la Cisl frena, la Uil vorrebbe, ma attende pur dichiarandosi disponibile allo sciopero generale. Il vertice sindacale si è concluso in modo interlocutorio e senza intesa. Il confronto continuerà per definire una piattaforma unitaria sul jobs act. La Cgil conferma la manifestazione nazionale del 25 ottobre e la disponibilità al confronto ma definisce l’intervento di Renzi alla direzione del Pd «vago, indefinito e contraddittorio» sull’articolo 18. L’incontro tra i leader sindacali è durato tre ore e ha prodotto, per ora, un impegno per «proseguire il confronto per l’elaborazione della piattaforma unitaria». Camusso ha insistito con Bonanni e Angeletti sul fatto che lo scambio tra cancellazione dell’articolo 18 e le scarse risorse ipotizzate per gli ammortizzatori, non è accettabile. Inoltre Camusso ha spiegato ai suoi colleghi che il disegno di Renzi è ben altro. «Ha detto una cosa che non era mai stata detta in questo Paese: il punto è la garanzia alle imprese della libertà di licenziare. Questo mi sembra il punto sui cui bisogna concentrarci». Camusso ha sferrato un duro attacco a Renzi e al governo, accusato di fare «propaganda», incapace di dare indicazioni «né nella legge delega, né nelle parole del presidente del Consiglio l’intenzione di ridurre il precariato». Renzi, ha scandito, «non sa neanche che i co.co.co non esistono più, esistono altre forme di contratto come i voucher, i contratti a progetto, le associazioni in partecipazione». In campo scende anche Maurizio Landini, segretario della Fiom: «In Italia il problema non è l’articolo 18 che va esteso a tutti e non tolto a qualcuno. Come Fiom vogliamo offrire proposte pronte ad un confronto e chiediamo una mobilitazione perché il Paese si cambia con la partecipazione delle persone». Per questo la Fiom è impegnata con tutte le sue strutture alla riuscita della manifestazione di ottobre. Anche Angeletti è stato severissimo con Renzi «che non conosce neanche la Costituzione». Il leader della Uil respinge l’ipotesi, perché «senza senso» di uno scambio tra le tutele e l’eliminazione del precariato. La Uil attende di conoscere meglio l’articolato prima di pronunciarsi su una possibile mobilitazione unitaria. «Abbiamo una marea di dichiarazioni del governo molto diverse e molto cangianti - ha aggiunto Angeletti - non possiamo discutere sulle dichiarazioni, non sappiamo quale sarà la legge, dobbiamo aspettare che il governo dica formalmente quali intenzioni ha. Non ci divide nulla». E a conferma di questo, si dice disponibile allo sciopero generale. «La riunione con Cgil e Uil, spiega Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl «ci ha aiutato a ragionare sulle condizioni da mettere in campo per arrivare a una piattaforma comune» anche sul lavoro. La Cisl frena sulle iniziative unitarie perché ne ha già «programmate» a livello territoriale il 18 ottobre. «Sappiamo che tutto gira sul contratto a tutele crescenti e sulla rimodulazione dell’articolo 18. Se il contratto a tutele crescenti assorbe false partita iva, co.co.pro e gli associati in partecipazioni credo che la Cisl possa essere disponibile, diversamente è un contratto a tutele decrescenti».