Destinare almeno il 50% del Tfr nelle buste paga dei lavoratori utilizzando la “leva Bce” per evitare alle imprese perdite di liquidità. Come anticipato il 24 settembre scorso dal Sole 24 ore il Governo sta accelerando sull'ipotesi di inserire nella prossima legge di stabilità, dove dovrebbe trovare anche un nuovo taglio dell'Irap, il piano sulle liquidazioni con l'obiettivo di favorire il rilancio dei consumi. La conferma è arrivata direttamente dal premier Matteo Renzi, che, con tutta probabilità, nell'attesa direzione Pd di questo pomeriggio dedicherà un apposito passaggio all'operazione Tfr.
Non mancano i nodi da sciogliere, come quello della quota di Tfr maturando da convogliare, su base volontaria, nelle buste paga: al momento l'ipotesi più gettonata è quella di smobilizzare una fetta pari al 50% delle liquidazioni future. Restano poi aperte la questioni degli statali, che in prima battuta verrebbero esclusi da questo intervento, e soprattutto delle compesazioni da garantire alle imprese.
Ma su quest'ultimo fronte per palazzo Chigi c'è già un punto fermo: come tiene a sottolineare il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, «l'intervento sul Tfr potrà scattare solo senza alcuna perdita di liquidità per le imprese». E questo potrà accadere – aggiunge Taddei – «utilizzando la leva Bce» in termini di accesso agevolato al credito. Alle imprese dovrebbe anche essere garantito quanto meno lo stesso meccanismo fiscale agevolato previsto attualmente nei casi di destinazione del Tfr ai fondi pensione.
Da definire è anche il dispositivo per spostare direttamente in busta paga il Tfr, in toto o in parte. Renzi ha fatto riferimento a un'erogazione mensile. Ma in questo caso si porrebbe il problema della tassazione che, attualmente per le liquidazioni è “separata” rispetto al prelievo fiscale che scatta sugli stipendi. Non è da escludere, quindi, che si possa ricorrere a uno smobilizzo in un'unica soluzione, una sorta di quattordicesima.
Sul versante dell'Irap, la decisone sul tipo di riduzione da adottare, in aggiunta alla prima sforbiciata prevista dal decreto Irpef, sarà presa nei prossimi giorni. Al momento sul tappeto ci sono più opzioni. La prima poggia sul taglio del cuneo fiscale eliminando tutta la componente lavoro dal valore della produzione su cui si calcola il tributo regionale. Le altre due opzioni prevedono l'aumento delle attuali riduzioni forfettarie Irap o, in alternativa, l'ulteriore riduzione delle cinque aliquote dell'imposta regionale sulla falsariga dell'intervento adottato con il decreto Irpef.