PESCARA Sono arrivati alle 6 in via Bari, a Giulianova, per perquisirgli la casa e arrestarlo. Lui ha aperto la porta e, agli agenti della squadra mobile di Pescara, ha detto: «La mia reputazione è rovinata ma mi difenderò». Antonio Sorgi, 55 anni, superdirigente della Regione Abruzzo, l’uomo che fino a ieri ha avuto in mano le redini della direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazione Ambientali, Energia, è finito agli arresti domiciliari. Al centro dell’ultima inchiesta sui rapporti troppo stretti tra pubblica amministrazione e imprenditoria c’è l’appalto da 2,4 milioni di euro per l’ampliamento del cimitero di Francavilla. Un appalto che – così raccontano i capi di imputazione per associazione per delinquere, corruzione, falso e turbata libertà degli incanti – avrebbe dovuto finire nelle mani di un’impresa secondo un percorso pilotato: «Se riuscissimo a vincere Francavilla, insomma, la cosa si consoliderebbe serio». Sono le parole di Sorgi, direttore regionale da 105 mila euro all’anno, e «di fatto», dice l’accusa, anche manager. Imprenditore con la ditta della moglie, Lorella Crescentini, non indagata, la Lt Progetti srl. Un’impresa che ha visto Sorgi protagonista dichiarato fino al 19 giugno 2007 quando ha ceduto proprio alla moglie i suoi 25 mila euro di quote. Ma per gli inquirenti è solo Sorgi a gestire la Lt Progetti, dai rapporti con le banche – in un’intercettazione, la dipendente di un istituto di credito, parlando di un assegno con una girata incompleta, dice a Sorgi che «è senza firma però se lei mi dice di pagarlo... noi lo paghiamo» –, fino a quelli con le pubbliche amministrazioni. Un conflitto d’interessi quello di Sorgi che si manifesta negli atti giudiziari quando un indagato, al momento di fare pressioni sui componenti della commissione di gara, gli dice: «Certo, tu sei più influente». Un’influenza che gli riconosce anche un altro indagato quando, in un messaggio a un’amica, accosta Sorgi al «Re Sole». Il gip dell’Aquila, Romano Gargarella, così scrive sull’ordinanza di arresto: «La Crescentini è stata nominata amministratrice al solo fine di mascherare l’identità del vero dominus (Sorgi) che ha interesse acché la Lt Progetti possa partecipare a bandi pubblici senza che emerga la sua incompatibilità». «Controllore e cointeressato», così c’è scritto su un esposto del Wwf agli atti dell’indagine. Per Sorgi, è pronta la sospensione dall’incarico: «Appena avrò opportunità prenderò gli opportuni provvedimenti. Di sicuro non perderemo tempo», la promessa del presidente della Regione Luciano D’Alfonso. Due arresti ai domiciliari e un appalto mandato a monte visto che il Comune l’ha revocato in autotutela: oltre a Sorgi, è stato arrestato anche Antonio Giordano, architetto di 63 anni di Ortona, funzionario del Comune di Francavilla e segretario della commissione di gara per l’appalto del cimitero. Gli investigatori della polizia, guidati dal capo Pierfrancesco Muriana, hanno intercettato telefonate e messaggi tra Sorgi e Giordano con il funzionario che anticipa notizie sull’appalto fino a rivelare anche il punteggio provvisorio: «Sulla ferita mi hanno messo in più due punti di sutura e un cerottino... settimana prossima li tolgono». Cioè 2,40 punti in più del diretto concorrente, la Alma Cis srl facente capo all’imprenditore Enrico Marramiero, in associazione temporanea di impresa con la ditta di Angelo De Cesaris. Il prezzo della corruzione, come in altre inchieste abruzzesi, sta in «contratti di consulenza e/o assunzioni clientelari»: «Re Sole mi sta prospettando qualche cosa di molto interessante... a Chieti», scrive Giordano all’amica. Oltre agli arrestati, nell’inchiesta diretta dalla procura dell’Aquila – procuratore capo Fausto Cardella e pm Antonietta Picardi e Simonetta Ciccarelli – ci sono 9 indagati lungo due binari: da una parte il gruppo di Sorgi, Giordano e gli imprenditori Giovanni Vaccarini (Sincretica srl), giuliese, e Antonio Di Ferdinando che tenta di avvicinare con «pressioni costanti» il presidente della commissione, Roberto Olivieri, 55 anni di Giulianova, anch’esso indagato, dirigente del Comune di Francavilla, che come ex dirigente di Giulianova è già sotto processo a Teramo assieme ad altre sette imputati per un presunto abuso edilizio. «Ma è così integro Roberto?», domanda la moglie di Sorgi, «non mi pare». Dall’altra sono indagati, ma con reati di tutt’altro peso, i concorrenti della cordata di Sorgi e cioè gli imprenditori De Cesaris e Marramiero, presidente degli industriali di Pescara, per presunti abusi nella presentazione della domanda di partecipazione al bando. In mezzo, il sindaco Antonio Luciani, indagato per gli stessi reati di De Cesaris e Marramiero, e un’impiegata dell’ufficio Protocollo del Comune.
In un incontro in un bar di Pescara, Sorgi e gli imprenditori scelgono la strategia «Agganciamo il sindaco» Il piano deciso all’aperitivo. Il dialogo con la moglie: dove nascondo i documenti? Il computer l’ho già pulito
PESCARA «Con qualche aggancio, con il sindaco posso pure fare». Sì, ma chi avrebbe dovuto «agganciare» il sindaco di Francavilla Antonio Luciani per pilotare la gara d’appalto da 2,4 milioni di euro per l’ampliamento del cimitero? «Certo, tu sei più influente», ricorda al direttore della Regione Abruzzo Antonio Sorgi uno dei suoi soci del Consorzio Finanza & Progetti, Antonio Di Ferdinando. È un passaggio registrato da una cimice messa il 19 aprile 2013, dagli agenti della squadra mobile, in un bar del centro di Pescara. Il giorno dopo, Sorgi racconta alla moglie, Lorella Crescentini, non indagata, l’incontro pescarese: «Se riuscissimo a vincere Francavilla, insomma, la cosa si consoliderebbe serio». La moglie è la rappresentante della ditta Lt Progetti srl ma, secondo l’accusa, è soltanto Sorgi a guidare l’impresa, dall’amministrazione dei conti con le banche fino alle commesse da vincere con le pubbliche amministrazioni. La moglie gli chiede: «C’avete qualche appoggio?». E Sorgi risponde: «Ci stanno i tecnici, i tecnici li conosciamo».
PAURA DELLA CONCORRENZA Ma nonostante la rete di conoscenze, la concorrenza fa paura lo stesso e la possibilità di perdere l’appalto del cimitero c’è: una ditta concorrente, la Alma Cis srl di Enrico Marramiero, in associazione temporanea di impresa con la ditta di Angelo De Cesaris, prima è stata esclusa dalla commissione e poi riammessa. «Sorgi», recita l’ordinanza di arresto, «manifesta la preoccupazione di trovarsi davanti un concorrente quale Marramiero che “è una potenza sia politica che economica”». Così, vista «la presenza di un pericoloso concorrente», si pensa di incontrare Antonio Giordano, architetto e funzionario del Comune di Francavilla, segretario della commissione di gara per il cimitero, da ieri anche lui ai domiciliari.
«IL RE SOLE» Ed è Giordano a parlare di Sorgi come del «Re Sole», il monarca assoluto che tutto può fino a concedere incarichi e consulenze, così dice l’accusa, in cambio di favori nell’appalto: «Io con Re Sole sto vedendo per mobilità prov e reg... speriamo ad anno nuovo... mentre se si vota con Nik è scritto che ritorno... anche io per ora bo». Nik è Nicola Fratino, ex sindaco di Ortona di Forza Italia. In un altro sms inviato a un’amica e intercettato, Giordano dice: «Oggi il re mi ha proposto una cosa da rup per 5 anni in altro ente». E ancora: «Re Sole mi sta prospettando qualche cosa di molto interessante... a Chieti».
GARA FALLITA A CHIETI Ma Chieti non è una città che porta fortuna. Dagli atti emerge che Sorgi e gli altri indagati avrebbero voluto partecipare a una gara d’appalto a Chieti ma non ci sono riusciti tanto che, al telefono, Sorgi dice: «Chieti mi ha dato fastidio tantissimo... Chieti abbiamo perso Chieti». Sorgi: «Uno di Potenza». Di Ferdinando: «Porca puttana. Potenza. Mica sta qua Potenza». Sorgi: «Eh, poi Potenza ha vinto la gara, un’offerta molto vantaggiosa per il Comune, sul giornale sta». Di Ferdinando: «Ma deve essere qualcuno forte perché da Potenza a venire qua, poi tra l’altro, quant’era... 15 milioni, quant’era». Sorgi: «Eh sì, 12, 13 milioni, 14 mi sa che erano. Quello è un peccato. Quello mi mangio i gomiti, guarda, mi rompe le palle talmente, perché avevo trovato luogo di Colombo. Avevo trovato, vabbè, va bene da su, però, capito quello per questo mi piaceva. Ha fatto già l'offerta, poi vediamo, tanto possiamo sempre ripensarci... Vabbo’ vediamo, dai, comunque». Di Ferdinando: «No, dobbiamo trovare qualcosa». Sorgi: «Esatto».
I COMPUTER DA RIPULIRE L’ordinanza racconta del tentativo di Sorgi di ripulire i computer e nascondere documenti dopo una perquisizione. Sorgi: «Devo prendere il fascicolo, quello di coso». Moglie: «Il fascicolo». Sorgi: «Quello di... Non l’ho preso tanto... Poi devo togliere la cartella quella del fotovoltaico. Dove la nascondo la roba?». Moglie: «Eh?». Sorgi: «Dove la metto la roba?». Moglie: «Sotto allo studio in qualche rivista mia, dentro un libro». Sorgi: «Un libro, è una cartella, è la cartella». Moglie: «No, è un fascicolo». Sorgi: «È una cartella». Si parla poi di «una sorta di pulizia informatica». Moglie: «Mettiti d’accordo con tua zia per il tablet. Diglielo a tua zia per il tablet, lo capisce?». Sorgi: «Sennò Federico, Federico e Lorenzo, capiscono... Due ragazzi... Ha comprato». Moglie: «Non è che poi li interroga dopo». Sorgi: «Costa 450 euro, non è costa un milione di euro... Costa 400 euro». Moglie: «540». Sorgi: «L’ultimo modello». Moglie: «Tu quello che mi hai dato hai detto che costa sulle 540. Lui non ce l'aveva questo modello, dovrebbe stare intorno alle 540. A saperlo lo facevamo sparire». Sorgi: «Lorella, a saperlo toglievo i...». Moglie: «Che toglievi?». Sorgi: «Toglievo l’hard disk del back up e facevo, pulivo tutto il computer. Cazzo me ne frega, quello ha il back up, cancellavo tutto, il computer lo azzeravo tutto, a zero. Ho ripulito tutto. Avevo già ripulito tutto quanto successe, io ho lasciato il file dei lavori, tutta la roba dentro lo scaffale ho tolto tutto».