PESCARA Non è uomo di grande statura Antonio Sorgi, ma neanche Napoleone l'aveva. Eppure, nelle intercettazioni i suoi amici lo chiamano «Re sole», come Luigi XVI, il sire della Francia imperiale, quello dell’«après moi, le deluge», dopo di me il diluvio. Cosa verrà dopo non si sa, ma per Antonio Sorgi parla abbondamentemente il «prima»: già direttore del settore ambiente ed energia ora in Regione guida un maxi comparto (Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazione Ambientali, Energia). La maledizione delle politiche comunitarie verrebbe da dire, pensando all’altra superdirigente finita sotto inchiesta nel caso Caligola (Vanna Andreola, la «zarina»). Ma Sorgi è qualcosa di più, se possibile: ha guidato anche l'Urbanistica e oggi è a capo del Comitato per la valutazione di impatto ambientale (Via) e commissario per l'avvio delle procedure di costituzione dell'Autorità per la gestione integrata dei rifiuti. Due iper poltrone.
Eccolo il quadro del superdirigente. Un potentissimo, da dodici anni nella Regione di Pace, poi di Del Turco e, fino al maggio scorso, di Gianni Chiodi. Capace anche di far causa all’ente (el 2011) per ottenere indennità aggiuntive allo stipendio da oltre 100 mila euro senza che questo scalfisse la sua posizione. Anzi. Anche D'Alfonso si è ritrovato l'alto dirigente nel suo staff, ma proprio oggi sarebbe scaduto il mandato a termine. Non ci sarà posto per questo personaggio sempre corteggiato dalla politica: centrodestra, centrosinistra. Lui era sempre lì, in cabina di regia, a dettare le regole.
Su di lui sono piovuti gli esposti di Rifondazione e compare spesso nelle inchieste della magistratura ma dai procedimenti è uscito sempre indenne. Nel maggio del 2012 il gip dell'Aquila archivia l'inchiesta sui lavori della Statale 17, il raddoppio del tratto Navelli-Castelnuovo, che vedeva coinvolto Sorgi insieme con altri dirigenti della Regione. Prima ancora, nella grande inchiesta sui rifiuti che nel 2010 porterà in tribunale imprenditori e politici di primo piano, il nome di Sorgi appare in una intercettazione telefonica in cui i fratelli Di Zio, proprietari dell'impianto di rifiuti di Spoltore, parlano dell'alto dirigente come di una persona importante da avvicinare: "Perché quando tieni una persona buona tieni una persona buona". Sorgi, però, non risulterà indagato.
Nel dicembre 2013, la Mobile di Pescara gli perquisisce l'ufficio nell'ambito dell'inchiesta Caligola. Sempre nel 2012, viene archiviata l'inchiesta sulla filovia di Pescara, dove riappare il nome di Antonio Sorgi in qualità di presidente della Commissione Via, crocevia di mille interessi.
Oggi ricompare in un’inchiesta dove i giuliesi pullulano. Giuliese è Sorgi anche se si vede poco in giro, un caffè la mattina del sabato con il cognato e poco altro. Vive e sconta la misura cautelare nella casa paterna, due piani in via Bari, assieme alla moglie e ai due figli universitari. Giuliese è l'architetto Vaccarini, piaceva molto all’ex sindaco Ruffini. Un po’ meno i suoi lavori, contestati esteticamente: dai sarcofaghi al cimitero per Cermignani e Riccitelli, fino alla ristrutturazione di piazza Buozzi. Giuliese è pure l'architetto Olivieri, ex capo ufficio tecnico del Comune per cui è sotto processo con 8 persone (la licenza per costruire palazzo Gavioli sul lungomare). E giuliese è anche la «Di Ferdinando Michele costruzioni», gestita da Michele e dal figlio Antonio, quest'ultimo indagato.
D’Alfonso «Vedrò le carte». Chiodi: «Maiavuto segnali»
L’AQUILA «Non conosco i fatti, non ho ancora letto le carte, appena avrò opportunità prenderò provvedimenti. Di sicuro non perderemo tempo». Lo dice il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, commentando l'arresto di Antonio Sorgi. D'Alfonso si dichiara dispiaciuto sul piano umano augurandosi che Sorgi possa raccogliere tutte le energie per difendersi e nello stesso tempo annuncia implicitamente un avvicendamento del dirigente: «Mi dispiace che sulle sue spalle negli anni si sia scaricata una quantità incredibile di deleghe e servizi. Oggi però nei fatti è partito un monumentale impegno di riorganizzazione della macchina Regione. Sarà una macrostruttura nella quale si determinerà un totale rinnovamento».
Si dice sorpreso e sconcertato l'ex presidente della giunta Gianni Chiodi: «Sono convinto che Sorgi dimostrerà la sua estraneità, per quello che ho visto in cinque anni si è trattato di un dirigente efficiente, un gran lavoratore. Spero chiarirà quanto accaduto. Io comunque non ho mai avuto nessun segnale che intorno a lui potessero esserci vicende del genere».
Sospendere immediatamente dal servizio Antonio Sorgi e procedere a una verifica di legittimità di tutti gli atti emanati dal Comitato di coordinamento regionale per la Valutazione di impatto ambientale, di cui Sorgi è coordinatore. Questo chiede il Movimento 5 Stelle al presidente D'Alfonso, attraverso le parole del consigliere regionale Domenico Pettinari. La notizia dell'arresto è arrivata in Consiglio come una bomba, poco prima dell'assise straordinaria dedicata ai ticket sanitari. Sara Marcozzi, capogruppo: «In passato avevamo già presentato due esposti contro Sorgi sulla bonifica dei siti e sulla raccolta differenziata».
Maurizio Acerbo, ex consigliere regionale, Rifondazione: «Ho denunciato per anni il ruolo svolto da Sorgi, ho chiesto innumerevoli volte le sue dimissioni e tutte le volte veniva fuori un amplissimo fronte di estimatori e sostenitori da Sel fino a Forza Italia che ne ha fatto una sorta di plenipotenziario. Se confermate le accuse gettano un'ombra pesantissima sugli ultimi 10 anni del lavoro della Regione. Sorgi era uno degli uomini più potenti d'Abruzzo, ha goduto della stima di centrodestra e centrosinistra che negli anni delle giunte Pace, Del Turco e Chiodi gli hanno progressivamente attribuito un ruolo abnorme».