In arrivo Ciaffi dalla Conferenza delle regioni. In bilico gli attuali direttori
PESCARA «Vogliamo una tecnostruttura che non ci costringa ogni volta a reagire come se fosse la prima volta, per noi un sinonimo di assenza di tradizione amministrativa». Il presidente Luciano D’Alfonso sintetizza così la «rivoluzione» che sta alla base della nuova organizzazione regionale approvata ieri dalla giunta: sette dipartimenti che sostituiranno le 14 direzioni regionali, con un direttore generale sovraordinato «capace di avocare a sè i procedimenti bloccati, incagliati o infruttuosi». Un Gabinetto di presidenza il cui dirigente risponde direttamente al presidente della Regione. E una Autorità di Audit e controllo ispettivo contabile, in posizione autonoma al fine di garantire l'indipendenza dalla struttura amministrativa come richiesto dai regolamenti comunitari. Struttura più snella dunque e «depersonalizzata», spiega D’Alfonso (quindi niente più superburocrati), con competenze accorpate «per la prima volta» secondo «materie e deleghe affini». L'atto di giunta completa il lavoro iniziato il 14 agosto «per ristrutturare e riorganizzare la macchina amministrativa della Regione», insiste il presidente. «Ora parte la ricerca all'interno e all'esterno della Regione, delle bravure e delle disponibilità per affidare singoli incarichi di lavoro». Per il momento il governatore fa un solo nome: Andrea Ciaffi, («sono in attesa di ricevere ulteriori disponibilità interne ed esterne»). Ciaffi è un funzionario della Conferenza delle Regioni, vicecapodelegazione a Bruxelles con una grande esperienza internazionale. Non avrà la funzione di direttore generale ma sarà uno dei capi dipartimento. Prima dell’arresto un ruolo era forse riservato a Antonio Sorgi, ora è tutto da ridiscutere. Un altro nome potrebbe essere quello di Pierluigi Caputi, altro superfunzionario della Regione, dirigente dei Lavori pubblici, da anni commissario al Ciclo idrico. Al dipartimento socio-sanitario potrebbe restare l’attuale direttrice delle Politiche della salute Maria Crocco. Tutti gli altri, fino a prova contraria, sono da considerarsi in discussione. Soddisfatto della riforma l’assessore alla Rivoluzione della Pubblica amministrazione Silvio Paolucci: «La riorganizzazione consente certezza di ruoli, di tempi e di responsabilità. La figura del direttore generale è del tutto nuova e la sua introduzione rappresenta una sorta di rivoluzione rispetto al precedente modello organizzativo».