ROMA Le sue prime parole da vice presidente del Csm (Consiglio superiore della magistratura) le ha dedicate alle riforme. «Bisogna accettare la sfida delle riforme e con il ministro della Giustizia dovrà esserci un confronto non rituale ma effettivo sul loro contenuto», dice indicando la strada all'organo di autogoverno dei giudici nel suo intervento, subito dopo l'elezione. Giovanni Legnini, abruzzese di Roccamontepiano, ce l’ha fatta. Finalmente il plenum del Csm, presieduto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lo ha eletto a larga maggioranza vice presidente con 20 voti a favore. Fresco di dimissioni dall'incarico di sottosegretario all'Economia e che sin dall'inizio era stato indicato dal Pd come il candidato del partito alla vice presidenza del Csm, Legnini è riuscito a vincere le ultime resistenze che venivano da una parte dei togati proprio per la sua provenienza diretta dall'esecutivo. E a tagliare il traguardo con una maggioranza ampia, appena più ristretta di quella che quattro anni fa aveva ricevuto il suo predecessore Michele Vietti: 20 voti su 25 (tre schede bianche, una nulla, un voto per Giuseppe Fanfani). Ma nella stessa seduta, il plenum del Csm, con una decisione senza precedenti, ha dichiarato ineleggibile per mancanza dei requisiti un altro dei componenti laici eletti dal Parlamento: Teresa Bene, in quota Pd, consulente di Andrea Orlando quando era ministro dell'ambiente (leggi articolo a destra). È la prima volta che un abruzzese sale così in alto nel Csm. Napolitano ha manifestato il proprio «vivo compiacimento» per l'ampio consenso ricevuto da Legnini: «Darà nuovo slancio al Csm, per affrontare con concretezza anche i problemi più complessi in un confronto sereno, non viziato da contrapposizioni». Legnini, evidenziando anche che Palazzo dei Marescialli segnalerà le norme in contrasto con gli obiettivi o lesive del ruolo dei giudici, intende dare «centralità» al ruolo del plenum quale «sede depositaria della volontà collegiale» del Consiglio superiore. «Credo che sia una decisione urgente la nomina del nuovo procuratore di Palermo e per questo proporrò una tempistica adeguata», ha aggiunto. E a proposito della contrapposizione tra governo e magistratura sulla questione delle ferie dei giudici ha concluso: «So che il ministro della Giustizia sta lavorando per una mediazione possibile. Sono fiducioso».