MONTESILVANO Il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno si è dimesso. La città è di nuovo nel caos e, senza un passo indietro entro 20 giorni, in Comune tornerà il commissario. Sarebbe la terza volta in cinque anni, un record di instabilità. Perché la crisi? Che all’interno di Forza Italia ci fossero tensioni era risaputo, ma che il primo cittadino arrivasse a tanto nessuno se lo sarebbe immaginato. Invece Maragno, il sindaco finanziere da soli tre mesi alla guida della città, quando dopo la votazione sulla richiesta dell’opposizione di rinviare il consiglio si è trovato battuto, non ha esitato ad annunciare le proprie dimissioni fra lo smarrimento generale. «Sono stato un uomo libero sino ad oggi - spiega Maragno - e intendo restarlo anche senza la fascia tricolore. Quando il sindaco non può contare sulla propria maggioranza, questo tipo di atto diventa doveroso. Non posso accettare per la mia dignità di uomo, di padre di famiglia, di sindaco e di ispettore della guardia di finanza, che le scelte dell’amministrazione possano essere fatte al di fuori del Comune».
Una lezione destinata a condizionare, anche in caso di ricucitura, i rapporti all’interno della maggioranza. Lo scontro ruota intorno al bilancio: l’opposizione aveva chiesto di rinviare l’approvazione all’8 ottobre, la maggioranza si è detta contraria. Il sindaco ha fatto un lungo intervento per convincere l’opposizione a discutere gli emendamenti in aula, in quanto non c’era bisogno di rinviare a nuova data la seduta. Si è fatto ricorso allora alla votazione conclusasi con 13 a 11 per il rinvio. Sotto di due voti, la giunta ed i fedelissimi del sindaco si sono visti impallinati. Ben 5 consiglieri forzisti lo hanno pugnalato, votandogli contro: Deborah Comardi, Anthony Aliano, Manola Musa, Claudio Daventura e Stefano Di Blasio, ribattezzati dissidenti.
La precedente giunta di Attilio Di Mattia era durata circa due anni, sempre con una navigazione agitata; quella Maragno solo tre mesi. Pesanti le dichiarazioni dell’assessore Leo Brocchi: «Se un sindaco subordina l’attività politica ai ricatti di qualche personaggio, a lui apparentemente vicino nella maggioranza di governo della città, è chiaro che o subisce, con il rischio di rimanere per sempre sotto schiaffo, oppure con un sussulto di dignità sbatte la porta. Ha fatto bene dunque Maragno. E poi diciamola tutta: i dissidenti, per dare l’appoggio a Maragno avevano avanzato richieste esose con incarichi di prestigio». Baratto definito «schifoso» di grillini. Per Lino Ruggero di Montesilvano democratica, avversario di Maragno al ballottaggio, «il sindaco doveva essere più disposto a dialogare». La senatrice Federica Chiavaroli, coordinatrice regionale di Ncd commentato: «Siamo con il sindaco senza condizioni e lo invitiamo a ripensarci». Più duro Nazario Pagano, coordinatore di Forza Italia: «Deprecabile il comportamento dei consiglieri di Forza Italia, che hanno votato con la minoranza. Se sono tesserati al partito potranno essere espulsi».