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Data: 01/10/2014
Testata giornalistica: Rassegna.it
Verso la mobilitazione del 25 ottobre - Jobs act, idee confuse sul lavoro. Camusso: prepariamo manifestazione 25 ottobre, cresce consenso

All'indomani della direzione del Pd, Susanna Camusso critica il documento approvato: "Non si investe sul tempo indeterminato e non aumentano le tutele". Baseotto (Cgil): il 25 in piazza per lavoro, dignità e uguaglianza

Il documento sulla riforma del mercato del lavoro approvato dalla direzione del Pd “mi sembra una proposta molto confusa, non netta nei contorni rispetto a cosa si intende fare sul precariato perché, limitando la discussione solo ad alcune forme della collaborazione, in realtà si continuano a mantenere più di 40 forme di assunzione differenti”. Lo ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, oggi a Bologna a margine di un convegno promosso dall’Ires. Secondo Camusso “non c’è un investimento effettivo sul tempo indeterminato, cioè sul cambiamento della qualità del mercato del lavoro, così come ancora non si delineano i contorni della proposta sugli ammortizzatori e se, come abbiamo capito ieri, il tema è il trasferimento delle attuali risorse della deroga agli ammortizzatori, non siamo di fronte a un’estensione” delle tutele. Infine, “non condividiamo l’idea che si debba intervenire sull’articolo 18” dello Statuto dei lavoratori.

Verso il 25 ottobre
“Pensiamo che un grande paese come l’Italia non dovrebbe avere dubbi: noi siamo per il dialogo sociale e per il confronto tra le parti che fanno il proprio mestiere, anche con le lotte se necessario”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, intervistato oggi da RadioArticolo1 (qui il podcast). “Il governo fa il proprio mestiere – prosegue Baseotto - e nessuno glielo nega. Apprezzo il fatto che dopo diversi mesi, il giovane premier si è reso conto che forse è il caso di ascoltare e discutere con noi su temi che riguardano noi”. “Siamo pronti - aggiunge - ma Renzi si informi. Ci sfida sulla legge per la rappresentanza, noi abbiamo firmato un accordo tra Cgil, Cisl Uil e Confindustria. Vogliamo discutere del fatto se diventa legge? Sfida già affrontata e risolta. Basta con gli insulti al sindacato, se ci vogliono ascoltare, siamo pronti. La vera sfida - osserva Baseotto - è come si cambia il paese. Ad esempio, non ci piace la riforma della Pa che non migliora il servizio ai cittadini e non usa al meglio i rapporti di lavoro. ‘Lavoro, dignità e uguaglianza’ per cambiare l’Italia saranno i temi della manifestazione nazionale della Cgil del 25 ottobre, non si cambia senza questi tre temi”, conclude.

Posizioni che confermano e rilanciano il commento sull’intervento di Matteo Renzi alla Direzione del Pd, diffuso ieri sera dalla Cgil nazionale. La confederazione di Corso d’Italia ha apprezzato i “toni diversi dal passato”, ma rileva che il premier “sui temi della riforma del mercato del lavoro e sulla revisione della legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) resta ancora vago, indefinito e contraddittorio, a partire dalle affermazioni sull’articolo 18”. “Non è infatti ancora chiara la proposta avanzata - afferma la Cgil - Anche l’enunciazione dell’obiettivo, da tutti condiviso, dell’eliminazione del precariato e del superamento del mercato del lavoro duale, non si traduce in proposte vere di riduzione delle forme contrattuali”. “Sebbene sia certamente apprezzabile l’ulteriore estensione a tutte le donne che lavorano del diritto alla maternità e l’impegno a una legge sulle dimissioni in bianco - prosegue la nota di Corso d’Italia - l’allargamento dei diritti a tutti i lavoratori richiede di considerare anche le altre tutele. Così come sugli ammortizzatori le risorse indicate non fanno intravedere, purtroppo, un’effettiva universalità”.

Per la Cgil dunque ”se il Presidente del Consiglio, annunciando l’apertura della Sala Verde, intendeva sfidare il sindacato, non possiamo che ribadire che la Cgil è da sempre pronta al confronto. Sarebbe infatti ben strano essere l’unico Paese europeo che fa riforme sul mercato del lavoro senza un dialogo con le parti sociali”. “Rivendichiamo da anni la legge sulla rappresentanza - si legge ancora nella nota - Ben venga che anche il Governo voglia aprire la discussione, visto che fino ad ora hanno supplito gli accordi sindacali e, a nostro avviso, si dovrà partire dal Testo Unico del 10 gennaio 2014”.

“La Cgil – conclude la nota – porterà al confronto tutta la sua piattaforma che parte dal vero tema centrale del Paese - conclude il sindacato - ovvero creare lavoro. A sostegno della piattaforma, per dare forza all’eguaglianza delle tutele e dei diritti, la Cgil continua la preparazione della grande manifestazione del 25 ottobre a Roma”.

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