E con Gianluca Fusilli fanno otto, nove se all’elenco si aggiunge doverosamente Gaetano Quagliariello che all’abito del paracadutato ha sempre preferito quello del pescarese di adozione. Sei deputati e due-tre senatori, dei quali, sempre in dipendenza della variabile Quagliariello, quattro o cinque di area governativa. Alla Camera nel Pd Fusilli si aggiungerà a Tony Castricone e Vitoria D’Incecco, poi ci sono i grillini Vacca e Colletti e Gianni Melilla di Sel; al Senato siedono Federica Chiavaroli di Ncd e Antonio Razzi di Forza Italia. Mai Pescara ha potuto contare su una simile forza parlamentare e che a determinare la fortunata congiunzione astrale sia il gran rifiuto di Giovanni Lolli davanti al seggio lasciato libero da Legnini non fa che aumentare le spread con le altre aree della regione. L’Aquila resta ferma alle due senatrici Blundo (M5S) e Pezzopane (Pd), coprendo il resto della provincia con la peligna Pelino e il marsicano Filippo Piccone, entrambi azzurri. Chieti schiera alla Camera Fabrizio Di Stefano di Fi e Daniele Del Grosso di M5S, Vasto ha la Maria Amato (Pd) alla Camera e il grillino Castaldi al Senato. Tra capoluogo e provincia, i parlamentari teramani sono Tommaso Ginoble (Pd), Giulio Cesare Sottanelli (Scelta civica), Paolo Tancredi (Forza Italia). Escludendo Quagliariello, l’unico paracadutato è il deputato democratico Yoram Gutgeld, imposto in Abruzzo da Renzi.
Nove su 21, un record che fa quasi paura all’ultimo arrivato: «Quando sarà - dice Gianluca Fusilli in attesa della chiamata da Roma - entrerò alla Camera da studente e mi metterò doverosamente in fila dietro i colleghi più esperti. Penso però che, se ci sarà volontà di fare squadra sui problemi più urgenti del nostro territorio, Prg portuale e infrastrutture su tutti, otto-nove parlamentari rappresentino una forza difficilmente ripetibile. Pescara non li ha mai avuti in prima Repubblica, quando a determinare le forze in campo erano le dinamiche interne di una Dc a trazione chietina, né giocoforza con il maggioritario. Io sono pronto a battermi per il mio territorio».
È un sorriso a metà quello di Marco Alessandrini, da oggi il sindaco più ascoltato a Roma: «Non dimentico - dice - che alla base del ripescaggio di Gianluca c’è l’addio di un sottosegretario all’Economia che tanto avrebbe potuto fare per le povere casse del Comune di Pescara. Cambia lo scenario della rappresentanza territoriale, non abbiamo più l’uomo al governo, ma in effetti una bella pattuglia di parlamentari. Ovviamente conto molto su coloro che hanno alle spalle una solida esperienza di amministrazione comunale, Vittoria D’Incecco, Fusili, Melilla, la Chiavaroli e a tutti mando a dire: avete una grande opportunità, adesso conteranno conoscenza dei dossier e capacità di esprimere anche una leadership nei lavori parlamentari».
Concorda Peppino Quieti, deputato pescarese di lunghissimo corso: «Congiuntura eccezionale, ai miei tempi eravamo di meno, ma Pescara e l’Abruzzo avevano solidi riferimenti in Gaspari, Spataro, Natali, Susi. Così abbiamo portato a casa grandi risultati: la stazione, l’università, l’autostrada. Ai nove parlamentari di oggi il compito di risolvere porto, grandi incompiute stradali, aeroporto, ex Cofa, ex Fea. Mica parleremo in eterno delle auto su corso Vittorio?».